Tramonte: «Incontrare Milani? Sì, non ho ucciso io sua moglie»

Tramonte, condannato all'ergastolo per la strage di piazza Loggia, dopo l'estradizione: «Incontrare Milani? Sì, non uccisi io sua moglie»
TRAMONTE: "INCONTREREI MILANI"
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«Non avrei alcun problema ad incontrare Manlio Milani, perché non sono stato io ad uccidere sua moglie». A dirlo è Maurizio Tramonte, il 65enne padovano, ex collaboratore dei servizi segreti, condannato all'ergastolo in via definitiva per la strage di piazza Loggia, con sentenza di Cassazione del 20 giugno scorso.

Tramonte lo ha riferito al suo legale nemmeno 48 ore dopo la sua estradizione dal Portogallo, dove era detenuto da sei mesi in seguito al passaggio in giudicato della sentenza al carcere a vita per l'eccidio del 28 maggio 1974.

Il 65enne, apparso provato dalla detenzione, è dal 21 dicembre in isolamento nel carcere romano di Rebibbia. Il suo trasferimento in un altro penitenziario, scenario possibile, non è ancora stato deciso.

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