Tram di Brescia, le risposte alle domande dei lettori

Davide Bacca, Laura Fasani
Bene il progetto, ma perché non un’altra linea di metro? Ecco alcune spiegazioni ai dubbi che ci avete posto via social
Un fermo immagine del video di Brescia Mobilità di presentazione del tram
Un fermo immagine del video di Brescia Mobilità di presentazione del tram
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Bene il tram, ma perché non un’altra linea di metro? E perché su quel percorso già servito dagli autobus urbani di linea?

Sono alcune domande poste dai lettori sui social quando abbiamo condiviso gli articoli sul progetto del tram cittadino voluto da Loggia e Brescia Mobilità e presentato poche settimane fa. I cantieri partiranno nel 2024, ma ci vorranno cinque anni per vederlo in funzione.

Intanto abbiamo chiesto a Davide Bacca, giornalista della nostra redazione che si occupa di urbanistica e cronaca amministrativa, di rispondere ad alcuni quesiti.

Perché il tram e non un'altra linea della metro?

Si tratta di due sistemi di trasporto ad alta efficienza ma con un costo diverso, sia di realizzazione, sia di gestione. Il costo di realizzazione del tram (11,6 km di linea, 24 fermate) è stimato in 363 milioni, comprese le riqualificazioni delle vie attraversate. Questi soldi sono garantiti al 99% da un finanziamento statale (359,5 milioni). La metropolitana (13 km, 17 fermate) è costata poco meno di un miliardo di euro: tre volte tanto. E il Comune di Brescia si è dovuto far carico della fetta maggiore dei costi.

Ci sono già le linee degli autobus per quel percorso, a cosa serve il tram?

Il tracciato del tram ricalca in parte il percorso della linea 2 dei bus urbani, così come la metropolitana quello dell’ex linea 1. La tramvia garantisce però performance migliori rispetto ai bus su almeno quattro aspetti:

  1. Capienza: un bus può trasportare al massimo 90-100 persone, un treno del tram 220
  2. Regolarità: il tracciato del tram sarà per almeno il 70% in sede propria, cosa che garantirà la puntualità e regolarità del servizio, a differenza dei bus i cui orari subiscono l’andamento del traffico (ritardi, salti di corse…)
  3. Frequenza: nelle ore di punta il tram potrà garantire una corsa ogni 6 minuti
  4. Qualità: rispetto ai bus il tram offre maggiore comfort e la metropolitana ha dimostrato che sistemi di trasporto di alta qualità riescono a intercettare utenti che non prendono i bus.

Il tram finirà per intralciare ulteriormente il traffico?

Il progetto tram nasce dalle analisi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums) approvato dal Consiglio Comunale nel 2018. Per ridurre il traffico cittadino quel documento individua alcune strategie: piste ciclabili per gli spostamenti brevi; servizi ferroviari sub-urbani sulle linee regionali esistenti (Brescia-Iseo-Edolo, Brescia-Ghedi-Parma; Brescia-Cremona); il potenziamento del trasporto pubblico, già rilanciato con la metro (+41% di passeggeri dal 2012 al 2019).

Il tram è la soluzione individuata per intercettare il traffico in arrivo da ovest e sud-ovest (non a caso sarà realizzato un parcheggio scambiatore da 1.200 posti alla Fiera). Dovrebbe convincere sempre più persone a entrare in città con i mezzi pubblici (nel 2032 i passeggeri di bus, metro e tram è previsto arrivino a 86 milioni, erano 58 nel 2019) e tagliare il traffico del 3,3%. Certo chi continuerà ad usare l’auto e percorrerà le vie del tracciato tram potrebbe vedere una riduzione della carreggiata della strada o modifiche alla viabilità. I dettagli saranno stabiliti dal progetto definitivo, pronto in autunno.

Ci sono intere zone che rimangono comunque tagliate fuori (viale Venezia, via Mantova, viale Bornata ma anche san Bartolomeo): c’è qualche altro progetto queste aree?

Il tracciato del tram (una sorta di “C” rovesciata) è “complementare” a quello della metropolitana (una “L” da nord a sud-est) e ha l’obiettivo di coprire i quartieri ovest della città non raggiunti dalla metro. È vero che non tutti i 33 quartieri di Brescia verranno raggiunti.

C’è però già il progetto per una seconda linea di tram, dal Violino a Sant’Eufemia passando per il centro storico (con parte dei binari condivisi con la prima linea)  a cui Brescia Mobilità sta già lavorando per intercettare eventuali nuovi finanziamenti statali.

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