Tra gli enormi problemi dei Comuni con il Pnrr c'è il sistema ReGiS

Quinzano d’Oglio è l’unico bresciano promosso per i fondi per le piccole opere 2022: in Italia ce l’hanno fatta solo altri 39 uffici tecnici
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REGIS RALLENTA IL PNRR
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Uno su mille ce la fa. È proprio il caso di dirlo, senza rischiare di apparire apocalittici, se nella stessa frase mettiamo i tre protagonisti di questa storia: Comuni, Pnrr e burocrazia. Che per gli uffici tecnici della pubblica amministrazione siano tempi balordi non è certo una novità, ma la situazione da qualche mese è nettamente peggiorata. Soprattutto da quando sulle scrivanie dei dipendenti comunali sono atterrate le centinaia di pratiche da sbrigare per aggiudicarsi le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. O almeno provarci.

Quinzano tra i primi della classe

Chi ce l’ha fatta, in questo caso, è Quinzano d’Oglio. È infatti l’unico Comune bresciano che per il 2022 è riuscito a completare la cosiddetta «procedura di aggiudicazione» per le «piccole opere», quelle contemplate dalla legge di bilancio 160/2019 e confluite nel calderone dei fondi di Next Generation Eu.

Per dirla in burocratese, sono le opere pubbliche della missione «M2C4I2.2» del Pnrr, cioè gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica. Lavori che in alcuni casi sono già completati e rendicontati, ma per cui ora è necessario rifare il processo da capo perché sono cambiate le regole.

Su 150 Amministrazioni lombarde che hanno tentato la richiesta di finanziamento per i lavori dell’anno scorso, solo altri due oltre a Quinzano sono stati promossi: Porlezza (Como) e Ricengo (Cremona). Pare poca cosa? Non lo è: basti tener conto che in tutta Italia ci sono riusciti solo in 40, come testimoniano i dati aggiornati al 3 maggio diffusi dal Ministero dell’Interno.

Come ci sono riusciti

Il municipio di Quinzano d'Oglio - © www.giornaledibrescia.it
Il municipio di Quinzano d'Oglio - © www.giornaledibrescia.it

Quinzano d’Oglio è l'unica Amministrazione bresciana ad aver sbloccato l’erogazione dei fondi 2022 per le piccole opere, confluiti all’interno del Pnrr. Scorrendo l’elenco dei 150 Comuni lombardi candidati, il paese della Bassa è uno dei tre con la spunta verde (in Italia sono, per ora, solo 40). Una promozione che vale 100mila euro: i soldi spesi per riqualificare e coibentare il tetto della scuola materna, che ospita anche l’asilo nido, e che da anni aveva i coppi danneggiati.

Dietro l’impresa c’è una giovane professionista, l’arch. Giulia Ferrari, 33 anni e assunta in municipio da tre anni e mezzo. «Ho potuto dedicarmi a questa pratica, con un notevole investimento di tempo, solo perché il mio responsabile - l’arch. Carlo Alberto Conti Borbone - ha organizzato il lavoro dell’ufficio per consentirmi di farlo». Banale? Per niente, considerando che per sottoporre la domanda al portale ReGiS l’arch. Ferrari ha dovuto frequentare diversi corsi di formazione, consultare esperti e interpellare i referenti di zona (freschi di nomina, visto che fino a pochi giorni fa per l’assistenza c’era solo un indirizzo mail). Una competenza che sarà preziosa per il Comune, come sottolinea il sindaco Lorenzo Olivari, che non nasconde la grande soddisfazione. «Innanzitutto a nome di tutta l’Amministrazione faccio i complimenti ai nostri tecnici. Questo risultato è figlio di buone pratiche gestionali all’interno degli uffici: appena insediati abbiamo puntato sul personale, consapevoli che il capitale umano è una delle risorse che fanno la differenza. L’area tecnica è stata potenziata con un’assunzione: conta 4 collaboratori, che per un paese di 6.200 abitanti non è affatto male».

Il Comune, poi, ha avuto l’oculatezza di chiedere una piccola consulenza di esperti per finalizzare la pratica sul portale ReGiS: «Non abbiamo le risorse per esternalizzare tutto, ma abbiamo investito su una consulenza a prestazione oraria per conseguire questo obiettivo. Siamo consapevoli che il know-how dell’architetto Ferrari, che si occuperà di tutte le pratiche legate al Pnrr, farà la differenza in una partita importante, che si vince solo se si fa squadra». 

Il blocco burocrazia

Una schermata del portale ReGiS
Una schermata del portale ReGiS

Ma qual è l’ostacolo che rende così difficile ottenere i fondi? Come molte cose che non funzionano in Italia, la risposta sta in un acronimo. ReGiS (Rendicontazione e Giustificazione Spese) è il portale informatico sviluppato dalla Ragioneria generale dello Stato e varato a luglio, che ha la funzione di monitorare le richieste di fondi Pnrr, sbloccarne l’erogazione e tenere sotto controllo l’andamento delle operazioni. Nonostante il sito web ufficiale del Pnrr (www.italiadomani.gov.it) definisca lo strumento «modulare e altamente flessibile», c’è chi lo bolla come uno degli anfratti più bui della burocrazia italiana.

«È un labirinto» dice Giuseppe Zipponi, presidente del collegio dei geometri di Brescia, che riceve ogni giorno richieste di aiuto da colleghi. «ReGiS è stato creato con tante buone intenzioni, ma nella pratica diventa un ostacolo al lavoro dei professionisti tecnici nei Comuni, già sotto pressione per mancanza cronica di risorse e di personale». Lo conferma anche una lettera dai toni furenti scritta a fine aprile dal geom. Luca Facchetti, responsabile dell’area tecnica del Comune di Pavone del Mella, e indirizzata ai vertici del Ministero, Giorgetti incluso: un duro sfogo che ha ricevuto il plauso di Anci e ha attirato l’attenzione di alcuni funzionari statali, tanto da far scattare contatti da Roma per cercare di risolvere il suo caso. Il guaio però non riguarda i singoli, ma tutti gli oltre 7mila Comuni italiani. «Come ogni collega Rup (Responsabile unico di progetto, ndr) - dichiara Facchetti - ad ogni cambio di luna ci troviamo un portale nuovo da compilare, confusi dalla mole di allegati richiesti e obbligatori. Il culmine pensavamo di averlo raggiunto, poi abbiamo visto ReGiS».

I problemi di ReGiS

La piattaforma sta creando diversi problemi
La piattaforma sta creando diversi problemi

Tra i punti deboli di cui i professionisti si lamentano c’è l’estrema complessità di utilizzo, la mole e la ridondanza di documenti da produrre, gli errori nell’allineamento dei dati e il fatto che ad ogni correzione spariscano pezzi di lavoro e tocchi ricominciare l’iter da zero. «Da quando i fondi destinati alle piccole opere sono confluiti nel mare magnum del Pnrr - spiega il tecnico del Comune di Pavone Mella - è obbligatorio ricaricare sul nuovo portale tutti i documenti già presentati in precedenza in altri modi. Stiamo parlando di opere pubbliche risalenti al 2020 e al 2021, già finanziate per il 95% dell’importo: per sperare di recuperare quel 5% c’è da impazzire». Stessi cantieri, stessi lavori, ma regole diverse. «Mi chiedo che senso abbia, visto che tutto era già stato fatto sulla piattaforma Tbel per gli enti locali» sottolinea Facchetti, che aggiunge: «Per non parlare del caos Cup (Codice unico di progetto, indispensabile per avviare la pratica ndr): a un certo punto sul portale ReGiS erano spariti tutti».

Alla luce delle ore di lavoro spese per le pratiche 2020 e 2021, con l’obiettivo di recuperare rispettivamente il 5% più un altro 5% delle opere, forse il gioco non è neppure valso la candela. «Se avessi potuto prevederlo prima - commenta con amarezza - avrei fatto anche io come i colleghi di Quinzano, dedicando tutte le energie al 2022: anno interamente finanziato dal Pnrr, come lo saranno il 2023 e il 2024».

«Ore e ore buttate - conclude Facchetti - che ci trasformano in compilatori seriali, senza permetterci di fare ciò per cui siamo pagati dai cittadini». La situazione è così grave che molti Comuni, spinti dalla disperazione e dal timore di incorrere in sanzioni o mancati trasferimenti di denaro, hanno scelto di rivolgersi a società esterne, pagando di tasca loro, senza comunque la garanzia del risultato. «Per forza - chiosa Facchetti -: in paesi piccoli gli uffici tecnici sono composti da una o al massimo due persone: non ce la si può fare».

Della difficoltà degli enti pubblici è consapevole anche il Ministero, che dopo averli sollecitati con una circolare datata 14 marzo a «popolare» il sistema ReGiS con la massima urgenza, ha poi optato per lo snellimento della concessione dei contributi e ha annunciato l’intensificazione dell’assistenza tecnica per le amministrazioni.

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