Toto Giunta: in Loggia squadra entro fine mese. E Castelletti tiene per sé la Cultura
L’(apparente) calma post elettorale ha suoni ed espressioni ben precisi: il cigolio del glorioso portone della Loggia che si apre pieno di speranze per richiudersi talvolta con qualche delusione e le bocche più o meno sorridenti, a seconda delle aspettative.
La prima giornata di consultazioni a Palazzo è stata ordinata ma non ordinaria: a sciogliere il ghiaccio nel confronto a tu per tu - che il sindaco Laura Castelletti ha condotto da sola, senza consiglieri al seguito - non è stato il partito di maggioranza relativa (per una questione di mero incrocio di agende, non di arzigogolate strategie politiche), bensì i rappresentanti delle liste Azione-Italia Viva e +Europa, quindi di Brescia Attiva e, infine, di Al lavoro con Brescia.
Questo primo round della fase esplorativa ha restituito innanzitutto un orizzonte temporale: l’obiettivo è presentare la squadra di Giunta alla città prima del ponte del 2 giugno. E considerando che la prima cittadina lunedì sarà a Roma, e che per esaurire i confronti avrà bisogno almeno di altre due giornate (se non tre), verosimilmente l’incarico pubblico agli assessori dovrebbe essere assegnato tra martedì 30 e mercoledì 31 maggio.
Visione

Quali i punti fermi? Primo: Castelletti è intenzionata a tenere per sé la delega alla Cultura, in continuità ai suoi dieci anni di mandato e per dare seguito non solo al progetto di Capitale ma anche a quel rapporto stretto con i colleghi di Bergamo, Cremona e Mantova nell’ottica di un asse strategico tra le città della Lombardia Orientale.
Secondo: il sindaco terrà per sé la nomina di due assessori, l’Urbanistica per un tecnico e una seconda casella (che non è detto che debba necessariamente essere il Bilancio). Questo conferma un ulteriore scenario: il Pd potrà ottenere al massimo cinque incarichi (e non sei come invece sperava), includendo nel conto la presidenza del Consiglio.
Terzo: la linea dell’inquilina di Palazzo Loggia punta a valorizzare il più possibile il ruolo dei consiglieri comunali e, soprattutto, a fare crescere la nuova generazione politica che, nell’Aula dei prossimi cinque anni, muoverà i primi passi. Tradotto: terrà per sé molte deleghe che assegnerà poi appena possibile a chi siede tra i banchi di maggioranza.
A tu per tu
Arriviamo così all’epilogo della giornata di ieri. Il Terzo Polo sa che i due eletti, vale a dire Francesco Tomasini e Luca Pomarici, non avranno un posto in Giunta: per loro si prospetta l’assegnazione di una delega. Azione, Italia Viva e +Europa avranno però di certo un rappresentante d’area: non a caso il partito di Calenda si è riunito ieri sera per discuterne, mentre quello di Renzi lo farà giovedì.
Castelletti ha chiesto un’attenzione particolare per l’alternanza uomo-donna: non è un segreto che punti a un rapporto paritario nella squadra di Giunta e non è escluso che un aiuto possa arrivare proprio dal Terzo Polo (del resto, il governo Renzi è stato l’unico a garantire la parità di genere, valore dunque condiviso). I due eletti mantengono un comportamento istituzionale e non si sbottonano: «Partiamo dalla soddisfazione per un grandissimo risultato - spiega Pomarici -. A Brescia abbiamo i tre partiti uniti e tali resteranno».
La posta in gioco è invece più alta per Brescia Attiva, che rischia di restare fuori dai giochi, ma se così fosse non sarebbe una scelta indolore per la nuova Giunta: uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale è stata proprio la transizione ecologica, per non parlare dell’obiettivo di eleggere Brescia capitale green europea. Non a caso Giovanni Mori rimarca: «Noi siamo qui perché è venuto il momento di mettere in atto una svolta coraggiosa». Carmine Trecroci aggiunge: «Le scelte dei nomi e della struttura della squadra saranno chiaramente una cartina tornasole anche della coerenza tra cosa si è detto in campagna elettorale e nel programma e cosa poi si traduce in pratica».
E l’idea di una Giunta senza Brescia Attiva (in rappresentanza dei movimenti ambientalisti impegnati sul campo e che hanno lo sguardo anche sull’Europa) inizia a fare storcere il naso a più di qualcuno. Troppo presto, comunque, per le proteste: è solo il primo giro di valzer e a mancare all’appello è il confronto con il partito più impegnativo, il Pd, già alle prese con le scaramucce interne che Castelletti sembrerebbe proprio intenzionata a farle sbrogliare ai diretti interessati. Insomma, la partita ha ancora alcune incognite chiave e la prima cittadina non ha chiuso i giochi. Ma intende farlo a stretto giro.
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