Supercelle e bollini rossi: la pazza estate di Brescia

Il resoconto, l'analisi, i danni e il futuro dei fenomeni mai visti e che ci hanno trovati impotenti e fragili
La supercella hp catturata dall'obiettivo di Mauro Lussignoli
La supercella hp catturata dall'obiettivo di Mauro Lussignoli
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Un’estate tutta matta. Di bollini rossi e cieli bigi. Di settimane passate a boccheggiare sognando la pioggia ristoratrice e manciate di minuti da tregenda, implorando il ritorno del sereno. Un’estate bresciana tutta matta, con fiumi in secca e alluvioni. Che invoglia alla nostalgia: al ricordo di quando l’estate faceva il suo mestiere, afa e qualche grandine, mica le follie di questo 2019.

La superstar della stagione è la supercella, ci spiegano gli esperti. Temporali che alimentano raffiche di vento a 130 chilometri all’ora. Roba da pianure americane, fenomeni che finora avevamo visto solo in tv, sollevati che riguardassero qualcun altro. Non chiamatela tromba d’aria, raccomandano i guru del meteo: vabbé, per noi profani cambia poco. Il messaggio è chiaro: la natura ci fa marameo, mandando giù di tutto dal cielo e trasformando la pianura Padana nei tropici...

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