Sulle strade bresciane già 32 decessi da inizio anno

Istituzioni in campo per centrare l’obiettivo dell'azzeramento degli incidenti mortalicentro il 2050: ieri l’accordo tra gli enti bresciani
Già 32 le croci che tragicamente costellano le nostre strade da inizio anno - © www.giornaledibrescia.it
Già 32 le croci che tragicamente costellano le nostre strade da inizio anno - © www.giornaledibrescia.it
AA

Da inizio anno sono già 32 le croci che tragicamente costellano le strade bresciane. L'ultimo episodio proprio ieri nella galleria di Marone, dove a perdere la vita è stato un uomo di 60 anni.

Un dato impressionante se si pensa a quanto sia stato fatto negli ultimi decenni sul fronte della sicurezza delle nostre strade ma anche nell’ambito dell’educazione, soprattutto con i più giovani. Anche perché un altro dato fotografa la drammaticità della realtà: nella fascia tra 15 e 29 anni gli incidenti sono la prima causa di decesso.

Se guardiamo i dati degli anni passati abbiamo il quadro di una situazione che, dopo essere migliorata rispetto a dieci anni fa, si è poi tristemente stabilizzata: nel 2018 i decessi sulle strade sono stati 85 (in aumento rispetto agli anni precedenti), 82 nel 2019, ovviamente nel 2020 c’è stato un crollo, ma dovuto soltanto al fatto che eravamo tutti chiusi in casa per il lockdown. Lo scorso anno, a fronte di 63 incidenti, le vittime sono state 65.

In questo contesto l’obiettivo di zero incidenti sulle strade lanciato dall’Unione europea, per quanto sia stato fissato per il 2050, appare un miraggio che svanisce di fronte alla terribile realtà.

Sinergia

Il tema della sicurezza stradale è stato ieri al centro di vari appuntamenti, la settimana della Mille Miglia è così diventata anche l’occasione per approfondire temi legati alla mobilità. In mattinata, nella sede di piazza Mercato del rettorato, è stata sottoscritta la partnership tra Università degli studi di Brescia e Autostrade per l’Italia per la ricerca, appunto, sul tema di mobilità e infrastrutture, sicurezza stradale e trasporti.

L’accordo, di durata quinquennale, ha come obiettivo quello di sviluppare studi e ricerche, come detto, sulla mobilità e le infrastrutture, relativamente al trasporto di persone e merci, per l’ideazione e gestione di servizi di info mobilità, per la progettazione di soluzioni utili all’incremento della sicurezza stradale e, più in generale, per l’approfondimento dei principi di smart cities e smart mobility. «Nel 1995 - ha sottolineato il rettore Maurizio Tira - abbiamo fondato il Centro studi CeScam per la ricerca in tema di sicurezza stradale e abbiamo partecipato a bandi nazionali e internazionali con diversi studi: il più recente riguarda il progetto "infrastrutture e servizi per la mobilità sostenibile e resiliente" finanziato da Regione Lombardia».

Ieri il convegno a palazzo Loggia - © www.giornaledibrescia.it
Ieri il convegno a palazzo Loggia - © www.giornaledibrescia.it

«Questa iniziativa - ha sottolineato Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia - è ulteriore tassello di Autostrade del sapere, piattaforma che ci vede in campo sul territorio nazionale in sinergia con le principali istituzioni universitarie:il tema delle competenze è per noi prioritario: mettiamo a fattor comune e implementiamo, grazie alla collaborazione scientifica con le Università, un know how profondo e integrato a beneficio non solo delle aziende, ma del sistema Paese».

Il professor Giulio Maternini, mobility manager dell’Università degli studi di Brescia, ha sottolineato l’impegno per sostenere la formazione di alto livello.

Nel pomeriggio l’intesa per prevenire gli incidenti sottoscritta tra Prefettura, Tribunale di Brescia, Università statale, Comune di Brescia, Associazione comuni bresciani e Anas; accordo che ha preceduto la conferenza internazionale sulla sicurezza stradale. In collegamento, Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha sottolineato come in tema di sicurezza stradale ci sia ancora molto da fare, «servono investimenti anche per fare crescere un’educazione stradale anche negli utenti deboli».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia