Sos dalle valli bresciane: «Strade, dissesto idrogeologico, scuole»

L'Uncem, il sindacato dei territori di montagna, ha inviato un dossier al governo con 16 richieste per dare futuro alle aree interne
Mucche al pascolo sulle montagne bresciane
Mucche al pascolo sulle montagne bresciane
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«Le infrastrutture della viabilità insieme alle azioni per fermare il dissesto idrogeologico: ecco cosa manca di più nelle valli bresciane». Serve lo sviluppo della mobilità leggera. Le piste ciclabili e pedonali al servizio dei cittadini e di un turismo green, le strade rurali per il collegamento con gli alpeggi, i caseifici e le cascine, condizione necessaria per la presenza di un’economia montana. Ma anche opere importanti che attendono da anni, come la bretella autostradale Concesio-Sarezzo-Lumezzane oppure la variante di Edolo e della Vestone-Idro. Allo stesso tempo la priorità si chiama cura del territorio per sanare le ferite.

A sostenerlo è Massimo Ottelli, presidente della Comunità montana di Valtrompia e componente bresciano della giunta dell’Uncem (l’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani), il sindacato dei territori di montagna. Nei giorni scorsi l’Uncem ha inviato a Governo e Parlamento un dossier dal titolo «Sfide e necessità per il 2024». Contiene 16 richieste per dare futuro alle aree interne, minacciate da spopolamento, declino sociale ed economico.

Focus bresciano

«La montagna ha bisogno di interventi forti», insiste Ottelli, anche se, nel complesso, «la situazione bresciana è meno preoccupante che in altre parti d’Italia». Insieme a Lazio e Campania, la Lombardia è l’unica Regione ad avere mantenuto le Comunità montane, organi di programmazione, ma anche bracci operativi ed erogatori di servizi. «È stata una scelta saggia - commenta Ottelli - perché l’esperienza alternativa, le Unioni dei Comuni disegnate sui confini delle precedenti Comunità, sta fallendo un po’ ovunque». Le Unioni si sono rivelate una struttura amministrativa «troppo fragile, in balia della volontà delle singole Amministrazioni locali».

«Il vero dramma delle montagne, comprese quelle bresciane - spiega Ottelli - è il dissesto idrogeologico». È uno dei temi toccati dal dossier. «Qualcosa si è fatto, ma non basta come dimostrano le continue emergenze. Le risorse messe a disposizione dallo Stato sono del tutto insufficienti». Altra necessità messa in evidenza: la digitalizzazione. «Su questo versante nelle nostri valli si sta investendo molto. Siamo avanti, speriamo di avere poi le risorse per mantenere alta la qualità del servizio».

Cosa c'è nel dossier

Il dossier dell’Uncem somma richieste di carattere istituzionale e azioni di sviluppo territoriale. Vediamo. Fra le prime c’è la riforma del testo unico degli enti locali per dare capacità finanziaria autonoma a Comuni e Province. Si auspica una nuova fiscalità differenziata, che favorisca le imprese, i servizi e i Comuni della montagna. L’Uncem ha lanciato anche lo slogan «Un’ambulanza e un medico in ogni Comune», perché senza sanità non c’è futuro in questi paesi. Vale anche per la scuola, sottolinea l’Uncem: bisogna salvaguardare i plessi, gli istituti comprensivi, le dirigenze e il numero degli insegnanti.

Gli enti locali montani devono essere posti nella condizione di poter funzionare; perciò servono nuove assunzioni, bisogna costituire dei pool di segretari, vanno organizzati uffici di settore integrati fra più Comuni: il tutto con l’indispensabile contributo economico dello Stato. A proposito di risorse, l’Uncem chiede che ai 300 milioni di euro già stanziati per 201 progetti di rigenerazione urbana si aggiungano 500 milioni, così da sostenere centinaia di altri interventi.

È necessario anche il rilancio dell’economia montana, a cominciare dal turismo su cui bisogna investire rinnovando alberghi e strutture ricettive. L’Uncem suggerisce l’avvio di un piano finanziato dalla Cassa depositi e prestiti. Favorire le aziende stanziali dell’allevamento, valorizzare la filiere produttive legate alle foreste e all’agricoltura sono altre azioni per cui si domanda aiuto. Un tema centrale, fra economia e lotta alla crisi climatica, riguarda il sostegno pubblico alle Green Communities: sono i territori che, in forma associata, intendono sfruttare in modo equilibrato le risorse principali, come acqua, boschi e paesaggio. Uno sviluppo green per la montagna. 

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