Sondaggio Ipsos-GdB: l’inflazione rallenta, ma il costo della vita turba ancora i bresciani

Il 35% degli intervistati da Ipsos si dice «molto preoccupato» e il 51% «abbastanza» intimorito
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L’economia corre, l’occupazione si avvicina ai livelli pre pandemia e i dati delle ultime dichiarazioni dei redditi confermano che la nostra provincia gode di una ricchezza superiore alla media nazionale.

Nonostante ciò, la gravosa impennata dei prezzi registrata nella seconda parte del 2022 lascia inquieta gran parte dei bresciani.

Secondo l’indagine realizzata da Ipsos per il GdB, il 51% dei nostri concittadini si dice «abbastanza preoccupato» dagli effetti che i rincari stanno avendo e potranno avere sul bilancio familiare. Il 35% degli intervistati si dice addirittura «molto preoccupato», mentre il 7% solo «così così». Una tendenza che si rispecchia nei timori espressi dagli italiani interrogati sullo stesso temadalla società presieduta da Nando Pagnoncelli. Il 40% dei nostri compaesani, in effetti, risulta «abbastanza preoccupato», il 37% «molto preoccupato» e il 16% leggermente («così così») impaurito dall’inflazione.

Il punto

I turbamenti dei bresciani (ma non solo) generati dai rincari sono comunque motivati e legittimi. Un anno fa, l’ufficio Statistica di Palazzo Loggia certificava per il mese d’aprile un tasso tendenziale (ossia la variazione dei prezzi rispetto ai dodici mesi precedenti) dell’inflazione pari al 6,3%. L’aumento dei costi per l’acquisto di elettrica e del gas cominciavano a farsi sentire sul nostro portafoglio. La commissione municipale dedita alla rilevazione dei prezzi al consumo riconosceva un incremento del 27,2% di tutt le spese comprese nella voce «Abitazione, acqua, elettricità e combustibili». Allora, inoltre, anche i prezzi dei carburanti subivano un’accelerazione: tant’è che il Comune, nella stessa relazione del mese di aprile, rilevava unloro rincaro del 9%. Con il passare delle settimane, per di più, la situazione è andata peggiorando.

A giugno, il tasso (tendenziale) d’inflazione registrato a Brescia è stato dell’8,5% e a ottobre nientemeno che dell’11,3%. In entrambi i casi in linea con il trend nazionale. L’Unione nazionale dei consumatori, peraltro, esaminando questi dati inseriva la «Leonessa» nel gruppo delle prime 10 città più care d’Italia, in cui l’esplosione dell’inflazione stava provocando un inesorabile aumento delle spesa annua per famiglia vicino ai 3mila euro.

Per fortuna, con l’inizio del 2023 la corsa dei prezzi ha rallentato il passo: a gennaio il tasso d’inflazione in città era del 9,6% e a marzo è sceso al 7,1%.

Le reazioni

Una frenata dei rincari e dei consumi, tuttavia, era imprescindibile. In tal senso, un contributo alla causa l’ha dato anche la Banca centrale europea, che dall’estate scorsa con l’intento di raffreddare la spirale inflazionistica ha avviato una manovra di contrasto centrata sul rialzo dei tassi d’interesse. In altre parole, con questo intervento la Bce ha alzato il costo del denaro e quindi indebitarsi (ad esempio aprendo un mutuo in banca) costa oltre il 4% in più di un anno fa. Tenuto conto, poi, che oltre 52mila bresciani (oltre 1 residente su 4), nel 2021 hanno dichiarato un reddito inferiore ai 15mila euro, diventa a tutti più comprensibile la genesi delle preoccupazioni palesate dai nostri concittadini nei confronti dell’inflazione.

Non a caso, puntalizzano ancora da Ipsos, l’apprensione degli intervistati verso questo tema è condivisa - sostanzialmente in egual misura - dagli elettori bresciani di centro-destra (il 34% è «molto preoccupato», il 52% «abbastanza» e il 7% «così così»), da quelli di centro-sinistra (il 29% è «molto preoccupato», il 55% «abbastanza» e il 7% «così così») e pure dagli indecisi (37%, 47% e 9%), da chi vota un altro partito (32%, 53% e 5%) e da chi non vota (42%, 45% e 8%).

L’assillo dell’inflazione si riscontra anche nel gruppo di cittadini con età compresa tra i 18 e 30 anni (il 35% si dice «molto preoccupato e il 51% «abbastanza») e, preso atto di questo quadro, in seguito gli operatori di Ispos hanno chiesto ai bresciani qual è il loro giudizio sull’operato dell’attuale Governo riguardo al contenimento dell’inflazione.

Il 10% degli intervistati si è espresso in modo «molto positivo» e il 35% «abbastanza positivo». Contestualmente vi è un 17% dei bresciani selezionati con un’opinione «molto negativa» e il 29% «abbastanza negativa». Una netta divisione, frutto innanzitutto di una personale «simpatia» per uno o quell’altro schieramento politico e che non trova simil proporzioni nel resto del Paese, in cui prevale un giudizio negativo.

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