Sindacati bresciani: vaccino obbligatorio per tutti i lavoratori

Bertoli (Cgil), Pluda (Cisl), Bailo (Uil) non hanno dubbi sulle nuove misure
IL VACCINO SIA OBBLIGATORIO
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Per i segretari bresciani di Cgil, Cisl e Uil le condizioni di emergenza rendono ormai necessario che l’obbligo del vaccino si estenda a tutti i lavoratori, «per evitare discriminazioni» come quella già vista qualche mese fa quando gli operatori con il pass potevano accedere alle mense aziendali e gli altri doveva starsene fuori.

Secondo Francesco Bertoli (Cgil) e Mauro Bailo (Uil) anzi, il vaccino dovrebbe essere reso obbligatorio per tutti, perché come osservato da Bailo «tenere sotto controllo il Covid nelle aziende e permettere assembramenti quotidiani nei supermercati rischia di vanificare gli sforzi di arginamento dei contagi».

Restando nell’ambito lavoro, per il segretario di Cisl Brescia Alberto Pluda «è necessario un obbligo vaccinale esteso a chiunque partecipi al sistema, comprendendo tutti i lavoratori e di tutti i settori, anche quelli in cui operai, impiegati o professionisti non vengono a contatto con il pubblico. Questo eviterebbe fastidiose discriminazioni. Ci auguriamo che l’intervento del governo non venga azzoppato da mediazioni politiche perché la salute è un bene pubblico e lo sforzo va fatto fino in fondo. Se poi dopo il 31 marzo le cose saranno migliorate, si tornerà a ragionarci». Sulle medesime posizioni il segretario di Cgil Brescia Francesco Bertoli, secondo cui l’obbligo del vaccino va esteso a tutti i lavoratori, nessuno escluso, ma anche a tutti gli italiani, per la tutela che ognuno deve avere a cuore di sé stesso e degli altri.

«Lo abbiamo chiesto già a luglio – ricorda il numero uno della Camera del lavoro cittadina -. Non ci sono piaciute nel recente passato le discriminazioni subite da chi non aveva il super green pass». Favorevole all’obbligo per tutti, lavoratori o meno, anche il segretario di Uil Brescia Mario Bailo, che allarga le sue considerazioni al problema pandemico globale.

«Per noi l’obbligo generale è l’unica strada percorribile in queste condizioni di emergenza, visto che a Brescia l’80-85% dei lavoratori è vaccinato e che comunque si avvicinerà la soglia dei 200.000 contagi (su circa 1.250.000 residenti tra città e provincia). Oggi una scelta responsabile da parte della politica deve andare nella direzione di unificare e non di dividere ancora di più il mondo del lavoro».

Per risolvere davvero il problema pandemico servirebbe però probabilmente un’azione contemporanea in tutto il mondo. «Si potrebbe partire da un’azione sui brevetti che ne liberalizzi l’utilizzo anche ai paesi del Terzo mondo – continua Bailo -. Diversamente, quindi senza vaccinare i miliardi di cittadini dei paesi più poveri, e con il movimento di genti possibile nel nostro tempo, vincere il Covid potrebbe essere impossibile».

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