Sfratto a famiglia con quattro minori: a Flero si incendia la polemica politica

L’ex sindaca Pedersoli: dove sono i Servizi sociali? La maggioranza replica: rifiutate le nostre offerte
FLERO, FAMIGLIA UZBEKA SFRATTATA
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Lo sfratto esecutivo per il momento è stato scongiurato. Per l’ennesima volta l’ufficiale giudiziario ha firmato il verbale e rinviato, ora al 19 dicembre, l’uscita forzata dalla casa di via Umberto I a Flero di una famiglia uzbeka composta da madre, padre e quattro figli di 9, 7, 6 e 1 anno, tre dei quali nati in Italia. La vicenda, però, è tutt’altro che risolta e in paese è diventata materia di scontro politico tra il primo cittadino Pietro Alberti e l’ex sindaca Nadia Pedersoli, oggi capogruppo di minoranza della civica Buongiorno Flero.

La protesta

Nei giorni scorsi Pedersoli si è unita a una quindicina di attivisti di Diritti per tutti e si è presentata sotto casa della famiglia uzbeka, per impedire fisicamente lo sfratto. «È inammissibile - denuncia - che con quattro minori, che se uscissero da questa casa non saprebbero dove andare, non ci siano i servizi sociali del Comune». Nel mirino di Pedersoli, secondo i bene informati, ci sarebbe l’assessora ai servizi sociali Elena Franceschini, papabile candidata sindaca per il dopo Alberti, alla seconda consiliatura. Dal canto suo, il primo cittadino si dice «molto contrariato per la strumentalizzazione di una vicenda delicata e che il Comune sta seguendo con attenzione da più di un anno.

Grazie al nostro intervento - chiarisce Alberti - e all’intenso lavoro dei nostri servizi sociali, per la seconda volta lo sfratto è stato evitato. E le proposte alternative fatte finora alla famiglia sono state tutte rifiutate». In mezzo al polverone politico ci sono da una parte il proprietario dell’appartamento, che lo rivuole per venderlo e lamenta il mancato pagamento di quattro anni di affitto; dall’altra l’inquilino, E.S., 42 anni, operaio edile, che dice di non essere riuscito finora a trovare un’altra abitazione ed è in attesa di una risposta dall’Aler per un alloggio pubblico. In strada ci sono entrambi, sotto una pioggia battente, il giorno dello sfratto esecutivo, ma si parlano solo attraverso il maresciallo dei Carabinieri della stazione di Bagnolo, Felice Purcaro, che con i suoi uomini è intervenuto per mantenere la calma e mediare.

Contrasto

«Appena trovo casa vado via - dice ai microfoni di Teletutto E. S. -, non voglio stare qua». Quanto agli affitti arretrati l’uomo, dopo aver sospeso i pagamenti per aver perso il lavoro, ora che un impiego ce l’ha si dice disposto a rientrare del debito. «Ma il proprietario - aggiunge Flavio Baldassare, consigliere comunale di minoranza - non vuole incassare perché decadrebbe l’esecuzione forzata dello sfratto». Accuse respinte al mittente da chi ha concesso in affitto l’appartamento e da anni lo rivuole indietro. Consigliato dal suo avvocato, ai nostri microfoni il titolare preferisce non rilasciare dichiarazioni, tranne una: «Da quattro anni non vedo un euro e rivoglio la casa». Un diritto che gli va garantito, tanto quanto quello di un padre di famiglia di assicurare un tetto ai propri figli. Le istituzioni se ne facciano carico.

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