Seconda dose con vaccino diverso, un errore blocca il green pass

Due green pass, due qr code, due dosi di vaccino fatte. Eppure: «Ci dispiace, la sua certificazione non è valida». Questa è la situazione di Federica, insegnante bresciana, che confrontando il suo green pass con quello del marito ha notato qualcosa di strano. Come lei, altri 10.660 bresciani under 60 rischiano di inciampare nello stesso intoppo, ma partiamo dall’inizio.
Federica ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca e - dopo la decisione del Ministero della Salute dello scorso 11 giugno, scaturita da alcuni casi limitati di reazioni avverse riscontrate nelle fasce d’età più giovani - ha completato il ciclo vaccinale con un altro farmaco. La cosiddetta «vaccinazione eterologa», che per la seconda dose prevede l’utilizzo di Moderna o Pfizer-BioNTech (con mRna e non a vettore virale), e che riguarderà nelle prossime settimane altri 12.700 residenti nella nostra provincia. Il mix di farmaci coinvolge in Lombardia in totale 180mila pazienti, di cui quasi la metà (il 45,5%) ha già ricevuto la seconda iniezione a giugno.
E nel frattempo? «Se ha intenzione di andare all’estero per turismo, deve fare un tampone antigenico prima di partire e uno prima di rientrare in Italia». «Non so se partirò - dice Giulia - perché avevo in programma un weekend in Spagna e se devo pagarmi due test per stare via 72 ore, forse non vale la pena». L’aspetto bizzarro della vicenda è che al momento, salvati sul suo smartphone, Giulia ha ben due qr code inutili: quello rilasciato dopo la prima dose e oramai scaduto (fatta il 27 marzo, green pass ottenuto il 19 giugno) e quello sostituito dal green pass successivo alla seconda iniezione (fatta il 19 giugno, scaricato il 28 giugno). Se scansionati con l’app ufficiale del Ministero «VerificaC19», entrambi risultano non validi, per cui inutilizzabili anche in Italia (per entrare in discoteca, andare a un matrimonio o partecipare a un evento pubblico in cui sia richiesto il green pass, ad esempio).

Nel frattempo, il documento caricato sul fascicolo elettronico sanitario di Regione Lombardia riporta entrambe le somministrazioni, ma è praticamente inutile, perché per viaggiare o fare alcune attività specifiche vale solo il green pass nazionale. Insomma, un limbo che riguarda migliaia di italiani e che, se non sarà risolto presto, potrebbe compromettere la libertà di movimento di persone che in realtà sono già protette dal Covid-19.
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