Seconda dose con vaccino diverso, un errore blocca il green pass

A causa di un problema del sistema informatico, gli under 60 con il vaccino eterologo non possono per ora scaricare la certificazione corretta
Un addetto controlla un green pass all'ingresso di un locale in Svizzera - Foto Ansa/Epa/Valentin Flauraud © www.giornaledibrescia.it
Un addetto controlla un green pass all'ingresso di un locale in Svizzera - Foto Ansa/Epa/Valentin Flauraud © www.giornaledibrescia.it
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Due green pass, due qr code, due dosi di vaccino fatte. Eppure: «Ci dispiace, la sua certificazione non è valida». Questa è la situazione di Federica, insegnante bresciana, che confrontando il suo green pass con quello del marito ha notato qualcosa di strano. Come lei, altri 10.660 bresciani under 60 rischiano di inciampare nello stesso intoppo, ma partiamo dall’inizio.

Federica ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca e - dopo la decisione del Ministero della Salute dello scorso 11 giugno, scaturita da alcuni casi limitati di reazioni avverse riscontrate nelle fasce d’età più giovani - ha completato il ciclo vaccinale con un altro farmaco. La cosiddetta «vaccinazione eterologa», che per la seconda dose prevede l’utilizzo di Moderna o Pfizer-BioNTech (con mRna e non a vettore virale), e che riguarderà nelle prossime settimane altri 12.700 residenti nella nostra provincia. Il mix di farmaci coinvolge in Lombardia in totale 180mila pazienti, di cui quasi la metà (il 45,5%) ha già ricevuto la seconda iniezione a giugno.

Una procedura efficace dal punto di vista sanitario, ma per ora non a livello burocratico. Fatta la seconda inoculazione, dopo pochi giorni Federica ha ricevuto l’sms con il codice «authcode» e ha scaricato senza intoppi il green pass dal portale del governo e anche dall'app Immuni, associandolo alla sua tessera sanitaria. «Pochi clic, procedura velocissima» testimonia anche il marito, ingegnere informatico. Peccato però che sul documento della donna ci fosse scritto «numero delle dosi effettuate: 1/2». «Ho pensato a un errore - racconta - ma nome e data corrispondevano. Sul documento è anche specificato che ho fatto Moderna, eppure quella dicitura "una dose su due" mi ha fatto suonare un campanello d’allarme». Confrontando il suo passaporto vaccinale con quello del marito, che ha fatto due dosi ma dello stesso siero, ha notato che nel suo caso la dicitura recitava «2/2». Da quel momento, avendo anche una vacanza all’estero in programma, i due hanno cercato di capirne di più, senza però ottenere risposta dal numero verde 800912491 dedicato: linea telefonica sempre occupata.

Ha invece avuto un riscontro Giulia, un’altra insegnante bresciana con lo stesso problema, che ha contattato il numero 1500 del ministero per capire cosa fare. «Il suo green pass non è valido per andare all’estero, signora, perché il sistema non ha ancora unito i dati di chi ha fatto l’eterologa, per cui risultate immunizzati solo con la prima dose». E dunque? «Ci stiamo lavorando, potremmo risolvere la cosa in "una settimanella", ma non è ancora possibile dire entro quando». Secondo quanto spiegato dall’operatrice del Ministero della Salute, il problema è noto agli uffici tecnici, che invieranno un ulteriore sms con un nuovo codice per scaricare il green pass corretto, che attesta il completamento del ciclo vaccinale.

E nel frattempo? «Se ha intenzione di andare all’estero per turismo, deve fare un tampone antigenico prima di partire e uno prima di rientrare in Italia». «Non so se partirò - dice Giulia - perché avevo in programma un weekend in Spagna e se devo pagarmi due test per stare via 72 ore, forse non vale la pena». L’aspetto bizzarro della vicenda è che al momento, salvati sul suo smartphone, Giulia ha ben due qr code inutili: quello rilasciato dopo la prima dose e oramai scaduto (fatta il 27 marzo, green pass ottenuto il 19 giugno) e quello sostituito dal green pass successivo alla seconda iniezione (fatta il 19 giugno, scaricato il 28 giugno). Se scansionati con l’app ufficiale del Ministero «VerificaC19», entrambi risultano non validi, per cui inutilizzabili anche in Italia (per entrare in discoteca, andare a un matrimonio o partecipare a un evento pubblico in cui sia richiesto il green pass, ad esempio).

Lo screenshot dal fascicolo sanitario elettronico, che attesta le due dosi - © www.giornaledibrescia.it
Lo screenshot dal fascicolo sanitario elettronico, che attesta le due dosi - © www.giornaledibrescia.it

Nel frattempo, il documento caricato sul fascicolo elettronico sanitario di Regione Lombardia riporta entrambe le somministrazioni, ma è praticamente inutile, perché per viaggiare o fare alcune attività specifiche vale solo il green pass nazionale. Insomma, un limbo che riguarda migliaia di italiani e che, se non sarà risolto presto, potrebbe compromettere la libertà di movimento di persone che in realtà sono già protette dal Covid-19.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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