Rugby Fiumicello in lutto, addio a Fulvio Mora
Se il rugby è palestra di vita, scuola che contribuisce alla formazione sportiva e educativa dei giovani, Fulvio Mora era per antonomasia il preside, un po’ burbero, severo. Ma generoso e di una correttezza impeccabile, l’organizzatore che in una società sportiva tutti vorrebbero avere, per l’impegno indefesso, il rispetto di amici e avversari. I suoi rimbrotti amichevoli nascondevano il desiderio costante di mettere al servizio di tutti una «casa comune» inappuntabile per trasparenza di gestione e strutture.
Fulvio Mora se n’è andato ieri, a 69 anni, dopo una breve malattia. Lo piangono la sua famiglia ed i tanti amici, in particolare del Rugby Fiumicello e del Rugby Borgo. Mora era stato anima del «Fiumi» fin dai primi anni 90. Si era avvicinato al rugby una trentina di anni fa, sulle orme della passione per la palla ovale portata in casa dal figlio Stefano, allora alunno alle elementari. E si deve a lui, subentrato nel 2002 a Fabio Biazzi come presidente del club, il consolidamento del Fiumicello non solo come fucina di talenti, ma anche come luogo di formazione di uomini e genitori di domani.
Nel Fiumicello, tanto per rimanere nell’attualità, cominciò la sua carriera di giocatore Andrea Piardi, oggi arbitro internazionale che, il prossimo 24 febbraio, sarà il primo italiano a dirigere una partita del Sei Nazioni. Mora, una volta avvicinatosi ai principi del gioco impiegò poco tempo per decidere di mettere al servizio del club neroverde la sua esperienza e le sue competenze di contabile. Elio Ghidoni, storico sponsor e gran patron del Fiumicello, trovò così in lui l’amministratore rigoroso capace di gestire con lungimiranza e senza sprechi inutili le casse della società.
Da questa sintonia di intenti nacquero le molte iniziative che hanno caratterizzato la storia del Fiumicello in questo ultimo quarto di secolo, non ultime quelle che hanno arricchito il campo Menta di via Collebeato, la casa dello scudetto del Brescia del 1975, di nuove e imporranti strutture, della cui realizzazione Mora fu motore: l'attuale club house, il campetto di allenamento, l'impianto di illuminazione e quello di irrigazione, le nuove palizzate di recinzione esterna, il magazzino. Al «Fiumi», Mora è stato ininterrottamente presidente dal 2002 al 2017 e a oggi, con Antonio Prati sul ponte di comando, conservava la carica di tesoriere.
Lascia la moglie Enrica e i figli Stefano e Michele. I funerali saranno celebrati domani mattina alle 10.30 nella chiesa parrocchiale nuova di Bovezzo. Gli sia lieve la terra.
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