Regione, Giorgio Maione: «Presto il tavolo di coordinamento sulla Caffaro»

Candidato alle Regionali nella lista Lombardia Ideale, la civica del presidente Attilio Fontana, Giorgio Maione è assessore ad Ambiente e clima. Bresciano, avvocato, classe 1977, era stato assessore alle Politiche sociali e alla famiglia per Forza Italia a Brescia dal 2008 al 2013, nella Giunta guidata da Adriano Paroli. Dal 2013 al 2018 è stato consigliere comunale di minoranza e presidente della Commissione Bilancio. Dopo l’addio agli azzurri e qualche anno di riflessione, è entrato nella Lega.
Quella di Giorgio Maione è stata un’ascesa a sorpresa e graduale. Il nome del più preferenziato della lista bresciana di Lombardia Ideale, la civica del presidente Attilio Fontana, ha infatti iniziato a farsi largo tra lunedì e martedì come papabile sottosegretario nonostante le sue 1.213 preferenze non gli avessero fatto raggiungere l’elezione a consigliere. La ragione della vociferata promozione: compensare l’eventuale mancato «assessorato titolare» della compagine che aveva già «adottato» la nomina di Guido Bertolaso, alla regia dell’assessorato al Welfare, voluta dal governatore stesso.
Poi, giovedì, le quotazioni dell’ex assessore comunale di Brescia hanno iniziato ad alzarsi: in gioco c’era direttamente lo scranno da assessore. Uno scenario sul quale lui stesso scherzava, etichettandolo come pressoché impossibile. Dalla sua, infine, tre congiunture: la conferma, negli equilibri di forza interni al centrodestra, di un secondo (ma nei fatti primo) posto per Lombardia Ideale, il placet del coordinatore della civica Giacomo Cosentino (eletto in Aula) a promuovere un esponente dei territori che non avrebbero altrimenti avuto un seggio e, cosa non di poco conto, la sottostimata rappresentanza di Brescia nella squadra di massima già delineata, specie rispetto a Bergamo.Pochi minuti dopo la conferenza stampa che lo ha incoronato, la stretta di mano con il suo predecessore, Raffaele Cattaneo (ora seduto tra i sottosegretari), che lo ha presentato alla sua futura squadra di collaboratori.
Assessore all’Ambiente e Clima: deleghe importantissime e centrali per Brescia e soprattutto un ruolo importante per Lombardia Ideale...
Credo che la scelta di attribuire alla lista civica una delega tanto importante sia indicativo di quanto Lombardia Ideale sia parte di una comunità. Le liste civiche nascono per dialogare con gli amministratori, con i rappresentanti delle comunità locali, delle associazioni e dei corpi intermedi. E in quest’ottica voglio interpretare la filosofia di questo mandato che mi è stato affidato, certamente di grande responsabilità.
Dopo la mancata elezione si aspettava di poter rientrare da assessore?
Devo ringraziare i consiglieri regionali di Lombardia Ideale e la realtà associativa che ha scelto di indicare me: la scelta è stata fatta dal movimento ed è un grande onore. Non me l’aspettavo, no.
Come interpreterà queste due deleghe?
Per me l’ambiente dev’essere un’opportunità e non solo problemi e crisi, ma un’occasione di rinascita e di rilancio economico. È chiaro che, da bresciano, non mi volterò dall’altra parte rispetto ai tanti problemi del territorio che conosciamo: risolverli resta prioritario. Caffaro e questione depurazione sono già in agenda insieme all’ascolto degli amministratori, delle comunità locali e delle comunità scientifiche e all’attenzione verso tutti i territori.
In che modo intende declinare ambiente e sviluppo?
Io credo che occorra coniugare la cura dell’ambiente e dell’acqua con la qualità della vita e ai settori produttivi, in modo che i nostri territori diventino risorse sempre più da valorizzare. Questo anche per creare occupazione e occasioni di sviluppo nei diversi settori economici. La transizione ecologica è, non a caso, il tema dei temi e connoterà tutto il mandato e il lavoro che ci aspetta.
L’epicentro del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro, in particolare, proprio in queste ore si trova in una situazione d’emergenza...
Il tema è già sul tavolo e Caffaro ha già un alert d’urgenza. Il primo passo sarà il confronto e certamente l’impegno che mi assumo è a convocare il prima possibile il tavolo di coordinamento degli enti legato al caso Caffaro. Io sono di Brescia e vivo a Brescia: sono il primo ad avere a cuore le questioni aperte della nostra provincia.
Le sfide per la Regione e Brescia insomma sono tante...
Tantissime. Per questo il punto fermo dev’essere il metodo, ossia il confronto largo con le comunità e con la comunità scientifica e l’approccio nel segno dello sviluppo. Il lavoro da fare è tanto: per questo bisogna iniziare da subito a studiare.
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