Regionali, Verdi-Sinistra italiana: «In Lombardia cambiare si può e si deve»

Presentati i dieci candidati della lista a sostegno di Pierfrancesco Majorino nella corsa al Pirellone
  • La presentazione della lista Verdi-Sinistra italiana
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«Dopo 28 anni di governo di destra, cambiare si può e si deve in Lombardia, nel segno del diritto alla salute, alla mobilità, al lavoro sicuro e non precario». Parole del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, pronunciate oggi pomeriggio a Brescia, presentando i candidati dell'alleanza Verdi-Sinistra italiana alle elezioni regionali a sostegno del candidato presidente Pierfrancesco Majorino. «La Regione deve cambiare pagina; la destra, negazionista sulla crisi climatica, parla a vanvera di politica energetica». È l'opinione espressa nella stessa occasione da Angelo Bonelli, segretario nazionale dei Verdi

«Giustizia ambientale e giustizia sociale - hanno detto i due leader - sono battaglie che si tengono, non possono dividersi l'una dall'altra». Il grande problema della Lombardia, hanno sostenuto, è la sanità.

«La Lombardia - parole di Bonelli - è il peggiore esempio di sottrazione di risorse dal pubblico a favore dei privati. Per ridurre i tempi di attesa per visite ed esami bisogna investire nella sanità pubblica, non, come fa la destra, trasferire risorse a quella privata». La privatizzazione della sanità, ha ribadito Fratoianni, «è un grave errore. Non siamo per lo statalismo, ma l'impresa privata trasforma la salute in offerta di cura e prestazione. Invece sanità è costruzione di salute, è medicina territoriale e preventiva».

È d'accordo la capolista, Donatella Albini (Sinistra): «La sanità lombarda ha fallito, si è visto bene durante la pandemia. Ondeggia tra la fuga dalle responsabilità e il dirigismo». Marco Apostoli (Verdi) sostiene «che per il problema ambientale nella nostra provincia bisogna fare molto di più, vogliamo portare in Regione le criticità bresciane». Apostoli attacca sul termovalorizzatore di Brescia: «È un inceneritore, basta bruciare rifiuti che vengono dal resto d'Italia e dall'estero. Ha ragion d'essere un impianto così grande per le necessità bresciane? Noi diciamo di no».

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