Rapinatori da Brescia all'Austria, colpo da un milione di euro

Bresciani (d'adozione) i rapinatori, camune le vittime: il colpo messo a segno in Carinzia sarebbe valso un milione di euro
RAPINA DA UN MILIONE: PRESI
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Sono Mario e Massimiliano Perretta, fratelli palermitani di 51 e 45 anni, da molto tempo residenti a Brescia e già noti alle forze dell'ordine, gli esecutori materiali della rapina che potrebbe aver fruttato loro oltre un milione di euro.

Un colpo messo a segno ai danni di due imprenditori camuni lo scorso 3 novembre, in Austria. I due presunti rapinatori sono stati individuati dalla Squadra Mobile della Questura nell’ambito di un'indagine coordinata dal sostituto procuratore Gianluca Grippo e che ha portato in manette anche il basista.

I due fratelli, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avevano ricevuto indicazioni precise da Salvatore Esposito, bresciano da anni residente in Slovacchia, circa gli importanti prelievi di contanti effettuati dalle vittime e le hanno intercettate in un'area di servizio dell'autostrada A2 a Worther See in Carinzia, regione dell'Austria. Lì i due malviventi non hanno esitato a spianare le pistole e intimare alle vittime di consegnare loro il contante.

Un'immagine satellitare dell'area di servizio di Worther See, diffusa dalla Questura © www.giornaledibrescia.it
Un'immagine satellitare dell'area di servizio di Worther See, diffusa dalla Questura © www.giornaledibrescia.it

Decisiva la collaborazione della polizia austriaca che ha recuperato nell’auto delle vittime le ricevute di prelievi effettuati in banche di Bratislava per oltre un milione in contanti e segnalato la targa dell’auto dei rapinatori al Centro di cooperazione di Thörl-Maglern.

L'area di servizio di Worther See, in Carinzia, lungo l'autostrada A2, teatro della rapina - © www.giornaledibrescia.it
L'area di servizio di Worther See, in Carinzia, lungo l'autostrada A2, teatro della rapina - © www.giornaledibrescia.it

Grazie alla vettura infatti gli inquirenti sono risaliti alla donna che ha prestato la stessa ai due fratelli palermitani, denunciandone il furto nel giorno medesimo della rapina.

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