Progetto Nobilita per integrare le disabilità nel mondo del lavoro

L'iniziativa, promossa da Confindustria e cooperative locali, ha inserito 402 persone nelle aziende del territorio bresciano
Conferenza conclusiva sul Progetto Nobilita - © www.giornaledibrescia.it
Conferenza conclusiva sul Progetto Nobilita - © www.giornaledibrescia.it
AA

Non una rivoluzione ma un’evoluzione. Inserire nelle aziende del territorio bresciano delle persone con disabilità psichica e intellettiva: questa la missione del progetto Nobilita partito due anni fa e giunto a conclusione negli scorsi giorni.

L’iniziativa è stata sostenuta dalla Fondazione Cariplo e da Confidustria Brescia con la partecipazione delle cooperative sociali che uniscono le reti del territorio: Solco, Valle Sabbia, Asso Camuna sono solo alcune delle diverse realtà che hanno collaborato riuscendo a inserire nel mondo del lavoro ben 402 persone in situazione di disagio.  

La storia 

Il progetto nasce due anni fa per rispondere al grave problema sociale emerso dalla pandemia: disoccupazione, disagio emotivo e sociale che hanno colpito tutta la popolazione ma in particolare tutti quei soggetti che sperimentavano prima del Covid il duro ostacolo della disabilità psichica. E quindi non riuscivano a esprimersi in un contesto lavorativo. Vuoi perché le aziende non potevano permettersi di rallentare la produzione, vuoi perché le stesse persone non riuscivano a presentarsi alle imprese in modo adeguato. 

Nobilita si è inserita in questa zona d'ombra riuscendo a trovare un punto di contatto tra aziende e persone attraverso la figura del disability manager: un raccordo in grado di individuare le aziende adeguate a cui presentare queste persone e allo stesso tempo gestire il loro comfort sul posto di lavoro. «Un'azienda ha addirittura trovato una mansione che non esisteva prima in azienda. È stato un’esperienza soprattutto di ascolto e confronto riuscendo sempre ad avere dei feedback positivi» spiega Arianna Moreschi, disability manager. 

I numeri  

I numeri sono importanti e fanno ben sperare per il futuro: sono state coinvolte 402 persone di cui 147 disoccupate da più di 24 mesi. La maggior parte –circa la metà- aveva una invalidità superiore al 70% e di conseguenza una bassa scolarizzazione, solo 136 avevano almeno un diploma.

Idati sull’occupazione sono altrettanto confortanti, 209 persone sono state assunte con contratti a tempo, sia determinato che non, mentre 162 stanno concludendo un tirocinio: «Molti di loro continueranno nelle aziende in cui sono stati inseriti  -, commenta Antonio Benedetti direttore generale Solco- è un esperienza totalmente gratificante sia per noi che siamo riusciti a conseguire l’obiettivo sia per i ragazzi e ragazze che si sentono parte di una comunità» conclude. 

La testimonianza

Emozionante la storia di Davide fatta emergere da Michele Penazzi, responsabile della logistica di una delle aziende coinvolte: «In alcuni casi il lavoro è un po' sceso di ritmo ma ciò ci ha dato modo di ripensarlo. Abbiamo capito che non tutti lavorano allo stesso modo e con gli stessi tempi».

Proprio durante gli ultimi giorni a Davide è stato sottoposto un questionario in cui doveva indicare se si fosse trovato bene, se avesse avuto difficoltà e se consiglierebbe quel posto di lavoro ad altri: «A quest’ultima domanda - conclude Penazzi -, Davide ha risposto: lo consiglio perché sto bene con le persone che ci sono». Un passo significativo verso la giusta direzione.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia