Ecco Gibot, il robot guidato da persone con disabilità che porta le lasagne nelle case bresciane

Nasce dalla collaborazione tra la app Gibo Delivery e Presto Robotics. Via alla sperimentazione
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"GIBOT", IL DELIVERY SOCIALE
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I bambini lo inseguono, gli adulti lo guardano e fanno domande. In un sabato di sole in piazza Paolo VI tutti gli occhi sono per lui: il robot su quattro ruote di un bel color verde acqua che «sfreccia» davanti al duomo con un sacchetto di brioches nella... pancia.

Si chiama «Gibot» e nasce dalla collaborazione tra i milanesi Filippo Baldini e Francesco Ricciuti della «Presto Robotics» e i cinque trentenni bresciani (Matteo Crucito, Luca Marazzi, Enrico Mattioli, Andrea Cremonesi e Carlo Scanzi) che in piena pandemia si sono inventati la app «Gibo Delivery» per portare nelle case della città lasagne, erbazzone, manzo all’olio e torta di carote.

«Nel mondo del food delivery mancava una realtà a servizio specifico delle gastronomie - racconta Crucito, ad della start up -. Abbiamo quindi lanciato Gibo, una app gratuita che fa da ponte fra la tradizione e la tecnologia». Il successo è stato immediato: oggi con «Gibo Delivery» si possono ordinare i piatti di una trentina di gastronomie e alcune gelaterie: si va dalle prelibatezze di Delia e Gusto alle famose lasagne di Pasticci, dalle delizie senza glutine e senza lattosio di Zero&Zero alle proposte sottovuoto della chef Denise Gottani.

Non solo rider

  • Il robot Gibot in piazza Paolo VI
    Il robot Gibot in piazza Paolo VI
  • Il robot Gibot in piazza Paolo VI
    Il robot Gibot in piazza Paolo VI
  • Il robot Gibot in piazza Paolo VI
    Il robot Gibot in piazza Paolo VI

«Le consegne in un raggio di cinque chilometri da ciascun punto vendita vengono eseguite dai nostri cinque rider - aggiunge Crucito -, tutti studenti italiani assunti dalla nostra start up che lavorano con mezzi propri o la Cinquecento di cui disponiamo grazie a una collaborazione con il Gruppo Bossoni».

Da ieri questi giovani non sono più soli: è entrato a far parte del team anche il piccolo «Gibot», il robot verde acqua guidato da remoto per eseguire consegne a domicilio. «Finora il mondo del food delivery ha posto poca attenzione ai temi della sostenibilità e della responsabilità sociale - osserva Marazzi -. In collaborazione con la cooperativa sociale Big Bang bresciana facciamo quindi scendere in campo Gibot, controllabile da casa anche da una persona con disabilità».

Ieri, in pieno centro, è iniziata la sperimentazione: davanti agli occhi incuriositi dei bresciani il robot è partito da Zero&Zero di via Dante e ha consegnato un sacchetto di brioches nella zona di piazza Paolo VI. Pronti, via. In questa prima fase, che dovrebbe durare un mesetto, verrà affiancato da una persona. L’auspicio, poi, è che possa «sfrecciare» da solo sui marciapiedi a una velocità massima di 6 chilometri all’ora per portare piatti gustosi nel cuore della città. Chi lo comanda rimarrebbe quindi a casa.

«Non vogliamo che la tecnologia tolga lavoro alle persone, ma, piuttosto, le aiuti a svolgerlo al meglio. Abbiamo già avvisato la Polizia locale della sperimentazione - precisa Crucito -. Come era accaduto con i monopattini elettrici, la normativa in materia non è chiarissima. Il nostro robot comunque è sicuro, va piano. E se servirà aggiungeremo la targa». Per ora sulla «carrozzeria» pastello del piccolo componente del team ci sono il Qr code per scaricare la app e lo slogan «Quando la nonna non c’è ci pensa Gibo Delivery».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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