Premio Bulloni 2023 a Carlo Antonini, «generatore» di speranza per tanti malati

Originario di Sarezzo, 58 anni, è affetto da Sla dal 2015 e non ha smesso di dedicarsi agli altri
Carlo Antonini, vincitore del Premio Bulloni 2023, con la moglie Valentina e gli amici - Foto © www.giornaledibrescia.it
Carlo Antonini, vincitore del Premio Bulloni 2023, con la moglie Valentina e gli amici - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Le prime cose che ti colpiscono di lui sono il sorriso e il senso dell’umorismo, che non ha perso nonostante la malattia. Dal letto della sua abitazione di Sarezzo, nel quale è costretto a causa dell’incedere della Sclerosi laterale amiotrofica diagnosticata nel 2015, Carlo Antonini continua a vivere e a pensare agli altri. Come ha sempre fatto, peraltro: anche prima che la Sla lo colpisse, il 58enne era uno dei volontari più attivi del paese valtrumplino, molto vicino alla parrocchia e alle persone.

A Carlo Antonini va il Premio Bulloni 2023, il riconoscimento alla bontà che il Comune di Brescia assegna ogni anno dal 1953. È intitolato a Pietro Bulloni, che fu primo prefetto della città dopo la Liberazione e deputato della Costituente. 

La storia

Al fianco di Antonini, ieri come oggi, c’è sempre la moglie Valentina Epis. A Sarezzo e in Valtrompia lo conoscevano praticamente già tutti. Il suo nome ha varcato i confini triumplini quest’estate per due differenti motivi che l’hanno visto protagonista.

Il primo riguarda la raccolta, avviata da Carlo via social network, di generatori da donare ai malati di Sla e ai bambini affetti da Atrofia muscolare spinale (Sma). Queste persone dipendono quasi sempre da macchine essenziali per respirare. I violenti temporali degli ultimi anni, con la corrente che salta spesso e volentieri, rischiano di far rimanere i respiratori senza energia per funzionare. «Siamo sempre dipendenti dalla corrente e, come ci hanno insegnato gli ultimi eventi atmosferici, ci vuole poco per restare senza - spiega Antonini, che per comunicare con il mondo utilizza un particolare metodo computerizzato che lui stesso fa funzionare tramite i suoi occhi -. In quei frangenti l’avere con sé un generatore cambia tutto, può salvare una vita».

Situazioni di emergenza, ma non solo: «Se una persona vuole andare al lago o in montagna - prosegue il 58enne - non può permettersi di stare via tutto il giorno a meno che non abbia vicino una presa della corrente: anche in questo caso il generatore risolve l’inconveniente». Ad oggi al suo appello hanno risposto decine di persone e realtà, associative e industriali, e l’iniziativa ha permesso a numerosi malati, non solo bresciani ma di tutta Italia, di dotarsi gratuitamente di un generatore.

Il nome di Carlo ha poi fatto il giro dell’intera nazione agli inizi di ottobre, quando aveva pubblicato su Facebook una lettera con la quale l’Inps lo avvisava che avrebbe dovuto restituire i 1.000 euro dell’accompagnamento in quanto era stato ricoverato in ospedale per più di 29 giorni. L’aver dato voce, sempre tramite social, al suo caso ha permesso a lui e ad altre persone di risolvere situazioni, determinate da intoppi burocratici, che sfioravano il paradossale. 

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