Ponti a rischio, piano da 51 milioni per la messa in sicurezza
L’ultimo ponte rimesso a nuovo è quello che scavalca il torrente san Michele, a Tremosine. Le armature di ferro erano ormai corrose e una trave «completamente compromessa». Lo screening portato avanti dal Dicatam dell’Università di Brescia aveva incluso quella struttura tra quelle da «bollino rosso», la cui messa in sicurezza è stata ritenuta «prioritaria e urgente». Così la Provincia ha elaborato il progetto e fatto partire i lavori.
Il 2 agosto si è tenuta la «prova di carico» che ha tenuto a battesimo il «nuovo» ponte della sp38. Uno dei 69 interventi programmati da Palazzo Broletto nel suo Piano di manutenzione di ponti e viadotti, una cura da cavallo che vale oltre 51 milioni di euro, a cui se ne aggiungono (almeno) altri 20 per il prossimo quinquennio. «Per il settore viabilità - spiega Massimo Vizzardi, consigliere delegato alle strade - quella dei ponti è davvero la priorità». Una priorità, va detto, anche alla luce della tragedia del ponte Morandi, di cui domani ricorre il quarto anniversario.
Non è un caso che da allora Stato e Regione abbiano stanziato parecchi soldi, consentendo agli enti locali di predisporre un Piano di riqualificazione. «La Provincia di Brescia - ricorda però Vizzardi - è in realtà partita prima, intervenendo in via d’urgenza con risorse proprie su alcune situazioni critiche». I primi cinque ponti sono stati sistemati tra il 2017 e il 2019, a Manerbio (sp668), a Castegnato (sp510), a Pisogne (sp510), a Brescia centro (sp11 tangenziale sud), a Sale Marasino (sp510). Poi sono arrivati i soldi da Roma e Milano e si è messo a punto un Piano organico.Il quadro
La Provincia, spiega Vizzardi, gestisce circa 470 ponti. Dal 2017, prima della tragedia di Genova, si è attivata una collaborazione con l’Università di Brescia per studiare e catalogare tutti questi manufatti. Un’operazione utile anche per tracciare i percorsi sicuri per i trasporti pesanti ed eccezionali. Fatto sta che 29 manufatti sono risultati «rossi» e sono finiti subito nel Piano di manutenzione. Piano che accorpa interventi su 60 strutture, includendo anche i ponti «arancioni», quindi con criticità medie.
«Stiamo procedendo in base alle priorità. Le situazioni più critiche sono già state sistemate. Ma pian piano interverremo su tutti i ponti, anche quelli "gialli" che necessitano di manutenzione ordinaria». Finora la Provincia ha chiuso 11 cantieri: oltre alle 5 operazioni «in via d’urgenza», nell’elenco ci sono il cavalcaferrovia della sp13, a Desenzano e i ponti a Manerbio, lungo la 45bis; a Brescia e Rezzato, sistemando due impalcati della tangenziale sud; a Ponte Zanano (Sarezzo), lunga la sp345, sopra il Mella; a Bovegno-Pezzaze, il ponte sul Mella della sp53; e infine il ponte di Tremosine. Altri cantieri sono in corso, come la manutenzione straordinaria del ponte della sp77 a Borgosatollo. Una decina di bandi sono poi già stati appaltati e i lavori inizieranno dopo l’estate. Per gli altri si stanno facendo le gare o ultimando i progetti.

«È un lavoro complesso - spiega Vizzardi - anche per questo abbiamo rinnovato la collaborazione con l’Università mentre per alcune progettazioni ci avvaliamo della collaborazione di Centropadane, società di cui la Provincia è socia». Il programma degli inteventi, sottolinea il consigliere, vale oltre 51 milioni di euro, di cui poco più del 10% messo direttamente dalla Provincia, il resto arrivato da Stato e Regione. «Senza questi finanziamenti - spiega Vizzardi - non saremmo riusciti ad avviare il nostro piano». Basti pensare al rifacimento del ponte sull’Oglio a Palazzolo, lunga la sp573: ne andrà costruito uno nuovo, demolendo quello attuale. Solo quest’intervento vale 18 milioni di euro, soldi stanziati dal Mef nel 2020 (nell’ambito dei finanziamenti dei ponti del bacino del Po). Resta l’incognita del caro-materiali. Ma Vizzardi rassicura: «Stavamo aspettando il decreto regionale. Ma già nel nostro assestamento di bilancio di fine luglio abbiamo messo alcune risorse per rifinanziare alcune opere».
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