Inquinamento, provincia tagliata in due: nella Bassa l’aria continua a peggiorare
Una provincia letteralmente tagliata in due sul fronte dell’inquinamento dell’aria, con zone che vanno confermando le loro caratteristiche, ovvero: dove l’aria era buona, migliora ancora, dov’era pessima peggiora ulteriormente. Perché passata la fase acuta della pandemia nella quale, nonostante il lockdown, la qualità dell’aria, in molti comuni della provincia, non è migliorata, nel 2021, tornati alla quasi normalità, si conferma il quadro che definisce, su base territoriale, appunto, che aria che tira. Non buona, e neanche dal 2022 ci sono buoni segnali.
La situazione è appunto variegata, ma nel complesso non certo buona, soprattutto se ci spostiamo nella Bassa, del resto l’inquinamento della Pianura padana è purtroppo fatto noto da tempo. Anche la recente ricerca di Legambiente, «L’ecosistema urbano», non era stata certo lusinghiera con la nostra città, soprattutto, manco a dirlo, sul fronte della qualità dell’aria. La Leonessa è infatti nel gruppo di quelle città che hanno, appunto, una qualità dell’aria «scarsa», in verità nessuna città italiana ha conquistato il titolo di qualità «ottima», ma comunque un folto gruppo si è meritato la sufficienza.
Qual è la situazione nel Bresciano
Se analizziamo la nostra provincia nel dettaglio, sul fronte delle famigerate pm10 (ovvero materiale particolato con dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri, pericoloso perché si insidia nell’organismo umano, a livello del sistema respiratorio, aumentando l’incidenza dei tumori, specie quelli polmonari) troviamo la fascia pedemontana e collinare a fare da cuscinetto e tutta la pianura con valori particolarmente alti. I dati sono quelli di Arpa Lombardia, che tiene monitorato quotidianamente questo inquinante con le centraline e, in assenza di rilevazioni dirette, grazie ad un modello matematico che esprime la media giornaliera delle polveri sottili in tutti i comuni, con un numero che ne misura la concentrazione espressa in µg/m³.
La normativa vigente fissa un limite giornaliero di 50 µg/m³, da non superarsi per più di 35 giorni all’anno, e un limite nella media annua di 40 µg/m³.
Tutta la settantina di comuni con i valori più bassi di pm10 si colloca a Nord della linea che taglia la provincia da Sale Marasino a Gargnano, passando per Gardone Val Trompia e Vobarno. In particolare, con bassa presenza delle polveri sottili si trovano, 5 comuni: Ponte di Legno, che precede Saviore dell’Adamello, Temù, Vione e Vezza d’Oglio. Tutt’altra aria nella grande pianura bresciana e in qualche ambito pedemontano. Gli oltre 80 comuni che superano, nella media annuale i 30 µg/m³, sono tutti localizzati sotto la linea che taglia la provincia da Chiari alle Valtenesi, comprendente la città (31,7 µg/m³) e il suo hinterland.
L’aspetto preoccupante emerge nel confronto tra le ultime due annualità poiché tutti i primi 100 comuni con maggiori concentrazioni di pm10 vedono peggiorare l’aria nel 2021. Mazzano registra ben 63 sforamenti, ovvero valori giornalieri superiori ai 50 µg/m³, Castenedolo ne conta 75, Rezzato 73, e lo stesso tema, certamente, si pone in numerosi altri comuni, come, ad esempio, a Brescia, con 55 giornate oltre soglia.
E il 2022? Quest’anno il record, certo infelice, spetta a Rezzato, la centralina in paese ha già registrato 93 giorni con dati fuori legge, al Villaggio Sereno i giorni di supero sono 47, mentre la stazione del Broletto regista un totale di 38 giorni.
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