«Polveri e cattivi odori: siamo ostaggio delle Fonderie Mora»

Le segnalazioni dei cittadini di Gavardo hanno portato alle verifiche dell'Arpa: avviso di garanzia per la ditta
Le Fonderie Mora di Gavardo - © www.giornaledibrescia.it
Le Fonderie Mora di Gavardo - © www.giornaledibrescia.it
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Nei giorni peggiori le finestre non si possono tenere aperte neppure per cinque minuti: «Brucia la gola, bruciano gli occhi, quel tanfo di marcio misto a ferro bruciato e ammoniaca si appiccica persino sulla pelle del viso. Per non parlare del mal di testa». L’idea di stare qualche ora nel giardino di casa, magari facendo giocare i bambini, è poi praticamente un’utopia: «Neppure nel periodo del lockdown, durante il giorno, siamo riusciti a sfruttare il nostro esterno: si rischiava di stare male tutti». Le voci e il racconto - esasperato da una «battaglia» che prosegue da oltre dieci anni - sono quelli di venticinque famiglie, riunite in una sorta di comitato nato per la causa: tutte abitano nelle case che fanno da «cintura» alle Fonderie Mora che, nella sede di via Quarena, a Gavardo, producono getti in ghisa. E il loro tormento - dopo anni di segnalazioni, di interventi delle istituzioni, di sopralluoghi dell’Arpa con relazioni, diffide e verbali incorporati - è condensato in una frase: «Non ce la facciamo più».

La vicenda

Del caso si era occupata anche Legambiente, ma i problemi evidenziati dai cittadini sono scritti nero su bianco da un teorema di segnalazioni. «Emissioni odorose fortissime provenienti dall’azienda» si legge, «c’è una forte puzza di ferro bruciato asfissiante e di pseudo-ammoniaca, si alza una polvere nera corrosiva». Lamentele cadute nel vuoto? Non proprio. Ad intevenire, negli anni, è stata in primis la Provincia che più di una volta ha diffidato l’azienda di via Quarena e, insieme all’Arpa, ha inviato tutta la documentazione alla Procura. Le indagini per impatto odorigeno si sono chiuse quest’estate con la conferma dell’ipotesi di reato descritto dall’art. 674 del Codice penale, ovvero «getto pericoloso di cose», e con il relativo avviso di garanzia.

Arpa: «L'azienda deve monitorare»

I sopralluoghi, diurni e notturni, li hanno però condotti nel tempo, e tuttora li stanno conducendo (l’ultimo è di pochi giorni fa), i professionisti dell’Arpa, guidati dal direttore Fabio Cambielli. Una situazione che il dipartimento di Brescia dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente conosce bene e sulla quale sono state spese riunioni, tavoli tecnici e prescrizioni. «Al momento la problematica relativa ai cattivi odori resta aperta: abbiamo chiesto a suo tempo un monitoraggio dell’impatto odorigeno anche presso le abitazioni dei residenti, ma l’unico rilievo effettuato dall’azienda, non nelle case, non è stato eseguito correttamente» confermano dall’Agenzia. Un esito che si rilegge nei verbali del 2021, attraverso i quali l’Arpa contesta «la modalità dei campionamenti» unici eseguiti il 26 aprile e ribadisce che «non sono state effettuate misure presso i recettori, risulta mancante la mappa d’impatto e la tabella che riporta i dati richiesti, non si hanno elementi di dettaglio delle singole emissioni e non sono allegati i rapporti di intervento dell’azienda». Cambielli lo ribadisce: «Come stabilito nel Tavolo tecnico e come descritto nella relazione, l’azienda deve procedere con i monitoraggi tenendo conto delle anomalie riscontrate ed evidenziate». Andando indietro nel tempo, la relazione datata dicembre 2020 è ancor più specifica: «I dati non sono coerenti con l’andamento produttivo» si legge nelle conclusioni in cui vengono esposte le difformità allora riscontrate. Anche in quell’occasione, l’Arpa chiarisce: «Si ritiene opportuno approfondire questo aspetto al fine di individuare i punto critici a cui contrapporre ulteriori interventi impiantistici compensativi». E, ancora: «Il ripetuto mancato rispetto delle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale richiede l’adozione di ulteriori misure da parte dell’autorità competente» recita il verbale 2020.

Le vibrazioni in casa

Qualcosa, in questi anni, è migliorato. E il «Gruppo cittadini residenti nelle zone limitrofe alle Fonderie Mora Gavardo Spa» non lo nega, anzi: «La situazione della polvere nera corrosiva ora si è moderata: non ne siamo travolti ogni giorno ma c’è qualche episodio sporadico. Però a proseguire così non ce la facciamo davvero più: siamo disperati». Quale la richiesta? «Il monitoraggio odorigeno concordato dal Tavolo tecnico e che doveva essere condotto entro luglio non è stato mai fatto. Ma noi lo attendiamo, perché vorremmo semplicemente poter tenere le finestre aperte, potere utilizzare i nostri giardini, non dover costringere i nostri figli a stare chiusi in casa. E, nelle ore serali e notturne, non dover sentire continuamente vibrare porte e finestre».

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La porta interna di una casa che vibra a Gavardo

Quello delle vibrazioni - non percepite a terra, ma da porte e infissi - è l’altro filone del problema, testimoniato da una serie di filmati inviati a tutti gli enti e altrettanto al centro delle verifiche e dei sopralluoghi dell’Arpa. Spiegano i residenti: «Le vibrazioni sono iniziate dopo rispetto ai cattivi odori e si manifestano nelle ore serali e notturne: il rumore, a volte, è talmente forte da non farci dormire la notte. Neppure l’impatto acustico è stato ad oggi ancora risolto: è un incubo».

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Gavardo, i residenti: «Ancora vibrazioni in casa»

Due lati di Brescia convivono male

Insomma, ci si ritrova ancora al bivio: da un lato la Brescia che produce, dall’altro la Brescia che abita. Da un lato i poli industriali che hanno per certi versi «costruito la città», dall’altro i borghi residenziali sorti più tardi, nella sbornia urbanistica che ha portato ad una pianificazione a tutto campo, considerando un po’ quelle industrie parti integranti del territorio, inserite a tal punto nel territorio da costruirci attorno. Da un lato le aziende, dall’altro i cittadini. Una convivenza diventata sempre più difficile, quella fra poli produttivi e territorio, che spesso si traduce in contesa. E che forse è arrivato il tempo di affrontare nel suo complesso.

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