Politiche 2022, Calderoli: «Centrodestra unito dal programma firmato insieme»

La cronaca racconta che nel 2015 per opporsi alla riforma del Senato presentò 83 milioni di emendamenti. «Da dieci anni combatto con la malattia, ma non mi sono mai fermato». E Roberto Calderoli, in Parlamento dal 1992, è nuovamente candidato per il Senato. «È la nona campagna elettorale che faccio per le Politiche» racconta durante una visita nella nostra redazione. «E anche la prima volta ero candidato nel collegio Brescia-Bergamo. Ma allora c'erano le preferenze. Oggi si va a votare con la peggiore legge elettorale della storia».
Senatore, su tanti temi Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia sono su posizioni diverse. In caso di vittoria come pensate di riuscire a stare insieme?
«Abbiamo sottoscritto un programma comune che per me è la tavola delle leggi. Su questo programma si baserà la nostra azione di governo. In campagna elettorale è chiaro che se tu metti più galli in uno stesso pollaio, qualche beccata se la danno. Ogni partito poi cerca di attrarre un maggior numero di voti, ma non sono preoccupato per le diversità emerse in queste settimane. La capacità del leader è mandare la persona giusta al tavolo giusto. Con capacità, preparazione e buonsenso la soluzione si trova».
Roberto Calderoli in visita al GdB con il vice caporedattore Massimo Lanzini

Che risultato si aspetta dalla Lega?Gli ultimi sondaggi vi davano in discesa.
«Nel 2018 avevo sondaggi che davano la Lega al 10% e abbiamo preso il 17 e mezzo. Forza Italia era quotata al 20%, ma ha preso il 12. Io sono cauto con i sondaggi e in vista del voto non ho fissato quote. Tutto quello che c'è da prendere in termini di voti lo porto a casa. Per me è importante che vinca il centrodestra e se la Lega è il primo partito della coalizione tanto di guadagnato. Riconosco che il vento in poppa in questo momento lo ha Giorgia Meloni. Sono consapevole che il nostro senso di responsabilità di andare al governo ha pagato in termini di voti. Da quando si è fermata l'azione di governo e abbiamo iniziato a recuperare il senso identitario e la storia della Lega, la discesa si è arrestata. Chi è stato all'opposizione ha guadagnato consensi anche se è più facile dire sempre "io avrei fatto in maniera diversa" senza avere mai la prova della bontà della proposta».
Ora nella campagna elettorale entra il tema delle ingerenze russe dopo il report americano che ha indicato presunti finanziamenti di 300 milioni a partiti ed esponenti di 20 paesi. Come Lega siete nel mirino.
«Ogni volta vengono tirate fuori cose vecchie. Salvini dice che non è mai stato in Russia da quando è al governo e che mai la Lega ha ricevuto soldi dalla Russia e io sposo questa linea. Ringrazio Draghi per la telefonata al sottosegretario di Stato Usa che ha detto che l'Italia non c'entra dopo che per tre giorni si è detto di tutto. Mi spiace che dagli Usa arrivi una notizia senza dettagli. Ad oggi gli unici ad aver interferito sono gli americani».
Però Salvini sulla Russia non è mai stato del tutto chiaro. Sul tema sanzioni per esempio rispetto agli alleati è l'unico che vuole toglierle. Altro tema che vi divide all'interno della coalizione.
«Io invece sono contrario a togliere le sanzioni, che devono rimanere perché hanno dato i loro effetti perché se il ministro Lavrov per la prima volta inizia a parlare di una via d'uscita diplomatica lo fa non certo perché abbiamo mandato loro dei fiori, ma perché abbiamo messo in condizioni l'Ucraina di potersi difendere. La Russia vive male le sanzioni, non certo il popolo che non ha la possibilità di farsi sentire democraticamente perché non esiste la democrazia, ma qualche oligarca che inizia a lamentarsi della linea Putin c'è. Stiamo pagando uno scotto come Paese, ma non devono pagare le famiglie e le aziende italiane. Noi proponiamo lo scostamento di 30 miliardi subito per evitare di pagarne 100 a breve di cassa integrazione e sussidi. Anche l'Europa ha però votato queste sanzioni e quindi come ha creato il fondo per l'emergenza Covid, ora crei un fondo per aiutare chi sta subendo gli aumenti di gas e energia».
Ha detto che non fissa quote per il voto del 25 settembre. Ma da Brescia che risposta si aspetta?
«È sempre stata una provincia con la Lega molto forte e credo che continuerà ad esserlo anche questa volta. Su Brescia però conto tanto per le prossime elezioni amministrative».
Con Fabio Rolfi candidato per la Loggia?
«Assolutamente sì. Ha fatto la gavetta, dal Comune in Regione. Ha maturato l'esperienza necessaria per guidare una città complessa come Brescia».
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