La Loggia deve decidere cosa fare dopo le elezioni politiche e per il 2023

C’è ancora tempo, ma non ce n’è più tantissimo. Soprattutto perché le decisioni da prendere iniziano ad accumularsi. Metabolizzata la caduta imprevista del governo Draghi, con campagna elettorale estiva incorporata, le elezioni politiche del 25 settembre hanno modificato tutte le scacchiere. Inclusa quella di Palazzo Loggia.
L’elenco dei grattacapi politici da risolvere entro ottobre, anziché accorciarsi, si allunga per il centrosinistra: oltre alle Regionali, c’è un candidato sindaco ancora da designare per le elezioni amministrative del 2023 e, soprattutto, c’è un rimpasto - seppur mini - da imbastire proprio sul finire del mandato, quando i bilanci sono terreno fertile per snocciolare i successi incamerati e richiedere agli elettori del capoluogo la fiducia accordata nell’ultimo decennio a guida Emilio Del Bono.
La questione Cominelli
In ordine temporale, il primo cerchio di fuoco da attraversare è tutto nelle mani del sindaco. Che ha una certezza: Miriam Cominelli lascerà il suo scranno vuoto in Giunta. Questa è una certezza: in primis perché l’assessore all’Ambiente potrebbe essere ripescata nei riconteggi romani alla Camera (scenario arduo, ma non impossibile) e, poi, perché se anche così non fosse Cominelli si prepara a fare il suo ingresso da prima dei non eletti al Pirellone, sostituendo Gian Antonio Girelli, indicato dal Pd come capolista alla Camera e quindi titolare di un seggio certo a Montecitorio.
Un passaggio di consegne che verosimilmente - stando ai tempi tecnici - si consumerà di fatto a novembre, ma che va governato. Quali le ipotesi in campo per il «dopo Cominelli»? Il sindaco non se ne sta con le mani in mano. Più di qualche ragionamento lo ha fatto e lo sta facendo. Tant’è che, nelle scorse settimane, ha iniziato a sondare il terreno, chiedendo una disponibilità all’ex eurodeputata Monica Frassoni, la quale ha però rifiutato. Segno, questo, che avallerebbe la teoria che il numero uno di Palazzo Loggia sarebbe (anche) intenzionato a fare posto in squadra a esponenti esterni all’Aula consiliare.
Chi si fa avanti
Sempre ricordandosi che per garantire il rispetto delle quote rosa - esterni o interni che siano i nomi - la platea di riferimento da cui scegliere è al femminile. La strada di guardare in casa, però, non è esclusa. E le tifoserie interne iniziano a farsi avanti. Due, ad oggi, i consiglieri che il tam tam interno vede favoriti: l’attuale presidente del Consiglio comunale Laura Parenza e la consigliera Diletta Scaglia, anche se bisogna tenere presente che per accogliere l’incarico da assessore in Loggia, Scaglia dovrebbe dimettersi dalla Provincia e, a quel punto, a subentrarle in Broletto sarebbe Gianluca Cominassi.
Delle ipotesi Parenza e Scaglia, comunque - è bene ricordarlo - parlano i diversi «sponsor», ma il sindaco (l’unico che, alla fine, deciderà) non si sarebbe ancora né sbilanciato né espresso. Il punto fermo, per ora, è che chiunque siederà al posto di Cominelli agirà in continuità rispetto al mandato. E non è nemmeno detto che il nuovo ingresso terrà le stesse identiche deleghe ad Ambiente e Verde, due tematiche delicate, sulle quali l’Amministrazione Del Bono ha puntato molto e che, proprio per questo, potrebbero essere riassegnate all’interno del «team storico», aggiungendo così al mini rimpasto della squadra anche un giro di valzer di competenze.
Scenario
Ottobre sarà il mese delle scelte, insomma. E non solo per la Loggia di oggi, ma anche per quella che (risultato permettendo) verrà. Le elezioni politiche hanno congelato d’improvviso un dibattito ruspante sulla scelta del candidato sindaco del centrosinistra che dovrà confrontarsi - verosimilmente - con il candidato in pectore di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia: Fabio Rolfi. Ma la suspense non potrà durare in eterno, specie perché lo scenario di un election day con Regionali e Comunali è sempre più concreto.
Nel mezzo dell’estate, prima della grande slavina che ha travolto l’esecutivo, ci eravamo lasciati così: con Del Bono che aveva lanciato i suoi «tre moschettieri», vale a dire Laura Castelletti, Federico Manzoni e Valter Muchetti. La vicesindaca pare non scostarsi da quanto già dichiarato («ho altri progetti»), ma rimarrebbe la scelta numero uno del sindaco, quella che lui definisce «la mia vera continuità». Federico Manzoni, «il più studioso e competente» (Del Bono dixit), dopo un lungo periodo di silenzio radar, pare che ora abbia iniziato ad ammettere sommessamente di «essere a disposizione»: resta da vedere se l’entusiasmo iniziale attorno al suo nome sia rimasto intatto. Muchetti, «il più popolare» (cit.), tace ma continua ad essere in corsa.
Tre approcci che, se reiterati, rischiano di mettere i pupilli del sindaco in una situazione ostica: l’invito - più o meno esplicito - del partito e della coalizione è a darsi una mossa. Perché l’attesa e il metodo «sibillino» e attendista «sta iniziando a stancare tutti, a dire il vero, già da un po’» confessa più di qualche esponente della coalizione. A stancare quanto? «Parecchio. Di certo guarderemo con attenzione ai risultati delle Politiche: ci sono nomi autorevoli anche per la città». Primo fra tutti, quello dell’ex presidente delle Acli, Roberto Rossini.
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