Pochi professori senza «super-pass», ora il nodo supplenze

Non più del 10% del totale sprovvisti, tanti stanno provvedendo. «Sgradevole richiamare i nostri colleghi all’ordine»
VACCINO, LA SCUOLA REGGE
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Nessun particolare problema e niente intoppi, neppure sul fronte del funzionamento informatico per il controllo del Super Green pass. La mattina di ieri, primo giorno di introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, è trascorsa tranquillamente dal punto di vista burocratico. Ma dover contattare singolarmente professori o quegli impiegati con cui tutti i giorni ci si scambia il «buongiorno», per dire loro che hanno cinque giorni di tempo per uniformarsi alla nuova normativa che vuole tutto il personale della scuola immunizzato (pena, in caso contrario, la sospensione dal servizio), non è certo stato facile per i dirigenti scolastici.

Sì, perché la comunicazione a chi non è vaccinato, e fino all’altro ieri è entrato a scuola solo col tampone, spetta ai presidi, dopo aver verificato che sulla app, accanto al nome di quegli insegnanti non appare la spunta verde, a testimoniare che l’avvenuta vaccinazione. Lo sottolinea la dirigente dell’Itis Castelli, Simonetta Tebaldini: «Tutto si è svolto in un clima sereno e alcune persone hanno già avviato le pratiche per la vaccinazione. La consegna di questi inviti e la richiesta delle motivazioni per cui non si sono vaccinate, però, me lo lasci dire, è stata molto sgradevole».

Sono ormai imminenti le vacanze di Natale, per cui è ragionevole supporre che si riparlerà seriamente della questione a gennaio. «Capiremo cosa succederà - conferma Gregorio Musumeci della Gilda degli Insegnanti - dal 20 dicembre in avanti. Ci hanno telefonato appena si è saputo del provvedimento: qualcuno chiedeva se ci fosse un modo per non vaccinarsi e non essere sospeso; qualcun altro si trova in aspettativa o in congedo parentale e, per loro, l’obbligo scatterà al rientro. Ci sono anche, pochi, quelli che dicono si faranno sospendere, ma nell’insieme diversi riscontri di colleghi che alla fine hanno ceduto, perciò si ridurrà ulteriormente quella percentuale del 10% di non vaccinati nella scuola».

«Solo un 5% dei 200 insegnanti in forza nelle nostre scuole non è in regola con l’obbligo vaccinale - riferisce Anna Maria Testa, dirigente dell’Ic Rinaldini Sud 3 - e ho parlato con quasi tutti loro, con cui c’è un rapporto cordiale».

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Il vero problema, ammette la preside, saranno gli irriducibili, per sostituire i quali si dovranno ingaggiare supplenti difficili da reperire. Non più di una dozzina, dice Diego Parzani, dirigente dell’Antonietti di Iseo e referente Ambito 9, anche i non immunizzati nel suo istituto, su un totale di 200, di cui buona parte «si stanno mettendo in regola». Piuttosto, sottolinea il preside, vanno rilevate alcune incongruenze nelle disposizioni, come ad esempio il tema di chi è esente dal vaccino per ragioni mediche e non è tenuto - non se ne capisce la ragione - ad effettuare il tampone.

«Una nota ministeriale del 7 dicembre - spiega Parzani - specifica di adibire detto personale, per il periodo in cui la vaccinazione è omessa o differita, ad altre mansioni. Ma come fare, allora, a nominare un supplente, quando possiamo chiamarlo solo se il docente è stato sospeso?». Esercizi di esegesi normativa cui, a quanto pare, i presidi sono ormai avvezzi... Nel frattempo l’Anief sta preparando un ricorso per richiedere l’esclusione dell’obbligo vaccinale al fine di prestare servizio nelle scuole. «Siamo l’unico sindacato ad aver apertamente assunto tale posizione - dichiara il presidente provinciale Francesco Foresta -. Molti sono preoccupati; siamo di fronte a una situazione delicata».

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