Pnrr, nuovi fondi per il Bresciano: adesso il Piano sfiora quota 1,2 miliardi
Quanto vale il Pnrr per il territorio bresciano? Difficile dirlo, anche perché le banche dati ufficiali riportano cifre diverse. In base al monitoraggio regionale che raccoglie i fondi destinati a Comuni, Province, Regione ed altri soggetti attuatori il nostro territorio è ormai arrivato a sfiorare quota 1,2 miliardi di euro. In quella cifra non ci sono però opere la cui regia è in mano al Governo nazionale come l’alta velocità Brescia-Verona che, da sola, vale 2,5 miliardi di euro.
La fondazione Openpolis elenca invece 3.206 progetti localizzati nel Bresciano per 1,8 miliardi di euro (917,6 milioni dal Pnrr, 876,6 milioni da altre fonti).
La banca dati Ifel-Anci, online da poche settimane, ridimensiona queste cifre (prendendo in considerazione le sole risorse assegnate ai Comuni) a 434,77 milioni di euro, non comprendendo capitoli pesanti come il finanziamento del nuovo tram di Brescia (359,5 milioni), ricompreso invece nel monitoraggio regionale. Un ginepraio di tabelle e banche dati che, con queste discrepanze, diventa di difficile lettura da parte dei cittadini.
Il monitoraggio
Regione Lombardia ha attivato uno specifico monitoraggio delle risorse del Pnrr che ricadono sul territorio regionale «per sfruttare al massimo le sinergie con le altre fonti disponibili ed evitare doppi finanziamenti».
Oltre al monitoraggio generale, la Regione effettua anche il monitoraggio delle risorse progressivamente assegnate ai territori su base provinciale, con aggiornamenti periodici. Ad oggi resta una delle mappe più complete per orientarsi tra i numeri del Pnrr.
In base a quel monitoraggio a novembre erano arrivati nel Bresciano 1 miliardo e 45 milioni di euro. L’ultimo aggiornamento regionale sfornato nelle scorse settimane parla invece di 1 miliardo 169 milioni e 439mila euro. Il finanziamento maggiore è proprio quello del nuovo tram di Brescia «Pendolina-Fiera»: tecnicamente non si tratta di fondi Pnrr, visto che l’opera non sarà pronta entro la scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (la deadline per entrare nel pacchetto di interventi è il 2026). Sono soldi del Fondo complementare statale, attivato proprio per dare continuità al Pnrr con interventi pronti dopo il 2026 (la prima corsa del tram è prevista nel 2029). Quindi vanno considerati o no? Senza il Pnrr quei fondi non ci sarebbero. E così la Regione include anche il tram nel suo monitoraggio.I finanziamenti
Altro capitolo corposo è quello della sanità (missione 6) dove tra Case di comunità, digitalizzazione e ammodernamento tecnologico e i piani per un «ospedale sicuro e sostenibile» si arriva a 250 milioni. Gli interventi per la «valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica» pesano invece 134,3 milioni. Rispetto a novembre, le voci «nuove» si concentrano nella missione 1 (innovazione e digitalizzazione), come i 15,3 milioni per la migrazione al Cloud, i 21,3 milioni per la «citizen experience» o i quasi 17 per i parchi agrisolari (parchi fotovoltaici nel settore agricolo e agroindustriale, escludendo il consumo di suolo).
«Nuovi» sono anche i 29,5 milioni di euro ottenuti a fine 2022 dai Comuni della Valsabbia e della Bassa orientale per realizzare a Carpenedolo un impianto di trattamento dei rifiuti organici in grado di produrre compost e biogas. L’aggiornamento riporta poi 45,9 milioni per «investimenti di rigenerazione urbana volti a ridurre emarginazione e degrado sociale» e 4,3 milioni per il sistema di formazione degli ITS.
La mappa
Ad oggi, spiegano dalla Regione, il 12,59% delle risorse stanziate dal Pnrr e dal fondo complementare ricadono sul territorio lombardo: 12 miliardi e 942 milioni di euro. La parte del leone spetta naturalmente alla provincia di Milano, nel cui territorio ricadono investimenti per 2,9 miliardi di euro. Poi c’è Brescia, con 1 miliardo e 169 milioni, mentre Bergamo si ferma a 699 milioni. Indietro gli altri territori, con Lodi che chiude la classifica con 148 milioni.
Portare a casa i finanziamenti non basta. Poi bisogna spenderli nei tempi e nei modi previsti dalle regole del Pnrr. Tema che, come si sa, sta mettendo in difficoltà molti Comuni, soprattutto piccoli e con poco personale, che faticano a divincolarsi dalla morsa della burocrazia.
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