Per un giorno Brescia è capitale delle casalinghe di tutta Europa

La Federazione europea ha festeggiato i 40 anni di attività rivendicando «il contratto mai scritto»
La presidente del Moica Vitali (prima a sinistra) con le rappresentanti di Fefaf
La presidente del Moica Vitali (prima a sinistra) con le rappresentanti di Fefaf
AA

Ogni anno il 4 aprile si tiene l’evento che Moica, Movimento casalinghe italiano, e Fefaf, la Federazione europea delle donne attive in famiglia, hanno denominato «Il foglio bianco». Una pagina che viene riempita quest’anno, quarantennale di fondazione di Fefaf, durante l’assemblea delle rappresentanti giunte nella sala Sant’Agostino di palazzo Broletto da vari Paesi europei, con l’analisi e le testimonianze di esperte e studiose sul lavoro invisibile, nella giornata internazionale che sottolinea «un contratto mai scritto delle donne che svolgono lavoro familiare» tuttora da concretizzare.

«Il lavoro invisibile per eccellenza, il lavoro domestico e di cura, è sempre stato delle donne - ha esordito la presidente Moica Anna Vitali che ha raccolto lo scorso anno il testimone dalla fondatrice del movimento Tina Leonzi -, un lavoro non riconosciuto (che non dà diritti), non retribuito (che non dà reddito), non valorizzato (che non dà riconoscimenti). Uno squilibrio evidente anche nell’impiego del tempo dedicato al lavoro domestico e di cura, che ha ripercussioni sulla possibilità di molte donne di compiere scelte relative alla propria vita su un piano paritario rispetto agli uomini».

L’impegno

Dopo ben 40 anni  ci si trova ancora a ribadire lo spunto iniziale, rimasto dunque valido nel tempo, che è quello di affermare i diritti delle donne che lavoravano in casa per guardare a un futuro di riconoscimenti e dignità. Un impegno che proseguirà, nonostante le conquiste più sociali che economiche, ma con lo stesso entusiasmo che negli ultimi quattro decenni ha caratterizzato il Movimento fondato a Brescia nel 1982, costola madre della Federazione europea. Alla presidente di Fefaf, Caroline Hoglund e alla segretaria generale Madeleine Wallin il compito di raccontare come la federazione prosegue un lungo cammino avviato nel 1983 a Parigi, con l’obiettivo di «promuovere, favorire e sostenere in tutti i modi ogni donna che sceglie di operare principalmente all’interno della famiglia e di informarla dei suoi diritti giuridici, economici, politici e sociali».

Filo internazionale

«Ci unirono - ha scritto Tina Leonzi - la consapevolezza che il riconoscimento del lavoro familiare era un problema sovranazionale e la constatazione che le legislazioni dei Paesi membri erano inadeguate a rispondere alle nuove realtà della donna casalinga e alle sue aspettative in tema, soprattutto, di sicurezza sociale». La prima assemblea di Fefaf si tenne proprio a Brescia nel 1984, al Centro Paolo VI, con l’intento di fare presente alle istituzioni europee la volontà di perseguire il riconoscimento e il peso del contributo che allora 90 milioni di casalinghe erano in grado di offrire alla società.

«Dopo 40 anni - ha ribadito la presidente del Moica Anna Vitali - celebriamo sempre nella nostra città l’anniversario, in una Brescia Capitale della Cultura, in un tempo diverso, come diversa è la società e come lo sono le donne e le famiglie». «Si parla molto di empowerment ed emancipazione della donna - ha aggiunto Caroline Hoglund -. Auspichiamo certamente che la donna si realizzi professionalmente per un’indipendenza non solo economica. Ma una visione più equa, consapevole e condivisa delle responsabilità familiari porterebbe alla creazione di un modello di partnership per conquistare i presupposti per una relazione di coppia e di famiglia davvero sostenibile per tutti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia