Per Cittadinanzattiva è aumentata anche la bolletta dell'acqua: +1,6% a Brescia

Secondo il calcolo dell'Osservatorio la spesa media per nucleo familiare nel 2022 è stata 487 euro
Acqua -  © www.giornaledibrescia.it
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Nella Giornata mondiale dell’acqua gli italiani devono fare i conti non solo con le conseguenze ambientali dell’attuale siccità, ma anche con i costi di questa crisi idrica. Secondo un calcolo dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva sui dati Istat, la bolletta dell’acqua è diventata più cara: è salita a 487 euro la spesa media a famiglia nel 2022, con un balzo del 5,5% in un anno e in crescita in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena dove è scesa dello 0,6%.

Si tratta di una media che riunisce dati molto diversi da una regione all’altra. Qui sono aggregati per dare un’idea a livello nazionale, ma ci sono differenze territoriali consistenti. Nel dossier viene indicata per Brescia una spesa media di 487 euro (2022), in aumento dell'1,6% rispetto al 2021.

L’Italia si conferma in vetta in Europa per i consumi: la media europea è di 120 litri per persona al giorno e quella italiana sfiora il doppio, 236 litri, calcola l'Osservatorio. In tempi di siccità non solo servirebbe risparmiare sull'uso dell'acqua ma anche intervenire contro le perdite che in fase di distribuzione raggiungono il 42,2% dell'acqua immessa in rete in Italia, con punte del 62% in Basilicata. Secondo l'Istat, il volume di acqua disperso nel 2020 avrebbe soddisfatto le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno. 

I dati «disastrosi della rete idrica colabrodo» sono all'attenzione delle Corti dei Conti regionali, dove il Codacons ha denunciato tutte le omissioni da parte degli enti locali che hanno fatto poco o nulla per risolvere tale criticità. Le perdite di rete nelle regioni del Sud sono circa il 47% contro il 31% del Nord-Ovest, mentre gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico raggiungono i 56 euro annui per abitante, in crescita del 17% dal 2019 e del 70% dal 2012, spiega Utilitalia nel nuovo Blue Book, la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato, precisando che sono numeri ancora lontani dalla media europea degli ultimi 5 anni, che è 82 euro per abitante. Obiettivo prioritario degli investimenti è il contenimento delle perdite idriche (22%). Seguono il miglioramento della qualità dell'acqua depurata (18% del totale) e gli investimenti nelle condotte fognarie (14%).

La stima degli investimenti realizzati dai gestori industriali nel 2021 per il Centro Italia è pari a 75 euro l'anno per abitante, seguito dal Nord-Est (56 euro) e dal Nord-Ovest (53 euro). Decisamente più bassa la stima per il Sud, pari a 32 euro l'anno per abitante. Ancora bassissimi i dati relativi alle gestioni «in economia», dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico: qui gli investimenti medi annui si attestano a 8 euro. 

Nella statistica dell'Istat sull'acqua per gli anni 2020-2022, si evidenzia, tra l'altro, che il 29,4% famiglie non si fida a bere dal rubinetto, un dato stabile sul 2021. Per garantire la qualità dell'acqua fino al rubinetto il 27,9% dei volumi prelevati nel 2020 è sottoposto alla potabilizzazione per la rimozione delle sostanze contaminanti (come nel caso della filtrazione), e il restante 72,1% alla disinfezione o non subisce alcun trattamento. Casi sporadici, questi ultimi, «generalmente associati a sorgenti di alta quota o a pozzi utilizzati a pieno regime, dove la qualità dell'acqua è buona ed è immessa direttamente in distribuzione, senza serbatoi di accumulo», spiega l'Istat.

 

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