Papa Francesco e il viaggio a Brescia: «Un suo desiderio espresso da tempo»

«La visita a Brescia nel segno di Paolo VI è un desiderio che papa Francesco ha espresso più volte». In ambienti vicini al Vaticano arriva la conferma che l’ipotesi è allo studio, la lettera di invito, firmata dai vescovi di Brescia e Bergamo (mons. Pierantonio Tremolada e il bresciano mons. Francesco Beschi) e dai sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori, è stata valutata e sottoposta all’attenzione di papa Bergoglio, ma ora (chiaramente) si tratta di inserire il viaggio nella fittissima agenda del pontefice, conciliando anche le molte richieste che arrivano.
Il primo ok
Dal Vaticano sarebbe comunque già arrivato un primo ok, da confermare nei dettagli. Papa Francesco dovrebbe arrivare per una giornata durante la quale visiterebbe sia Brescia che Bergamo. Il 2023 è del resto un anno che offre molteplici spunti, tutti che lasciano bene sperare: Brescia e Bergamo saranno Capitale italiana della cultura, e questo è il fronte laico, su quello religioso, nel 2023 le città celebreranno due anniversari; nel 1963 ci fu la morte di Giovanni XXIII e l’elezione del successore Paolo VI, i due papi dello storico Concilio Vaticano II. Le due visite congiunte sarebbero anche l’occasione per sottolineare, una volta in più, l’importanza, proprio del Concilio nella storia della Chiesa.
«Papa Francesco - proseguono dal Vaticano -, incontrando alcuni bresciani il giorno della canonizzazione in piazza San Pietro, aveva già parlato di una possibile visita nella terra natale di Giovanni Battista Montini». Ma poi gli anni sono passati e quella sua volontà non è mai riuscita a concretizzarsi. «Il prossimo anno potrebbe finalmente essere quello buono - proseguono -, ci sono certo molte variabili, ma i segnali che lasciano ben sperare non mancano».
La giornata
L’ipotesi al momento più concreta è quella di un viaggio in giugno, papa Francesco dovrebbe quindi recarsi a Concesio, dove ci sono la casa natale di Montini e l’Istituto Paolo VI, e a Sotto il Monte, dove il 25 novembre 1881 nacque Angelo Roncalli. Tra gli ispiratori di Bergoglio c’è sicuramente il suo predecessore bresciano, papa Francesco non ne fa certo mistero: la Chiesa in uscita, la Chiesa sinodale, cioè quella del camminare insieme, la Chiesa che scruta i segni dei tempi, più compagna di viaggio che fredda precettrice.

«Papa Francesco - ha detto il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero della cause dei santi, durante la messa proprio a Concesio in occasione del 125° anniversario della nascita di Montini - conosce a memoria l’esortazione apostolica Evangeli nuntiandi di Paolo VI, basta leggere l’Evangelii gaudium per rendersene conto». La Chiesa di Paolo VI, quel sogno della civiltà dell’amore, prosegue quindi nel pontificato di papa Francesco. Beatificandolo il 19 ottobre 2014, Francesco disse: «Nei confronti di questo grande Papa, di questo coraggioso cristiano, di questo instancabile apostolo, davanti a Dio non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie!». Sempre papa Bergoglio lo ha, appunto, canonizzato il 14 ottobre 2018. «Papa Francesco mi ha raccontato - ha continuato il cardinale Semeraro - che avrebbe voluto canonizzare Paolo VI come martire per tutto quello che soffrì nel suo pontificato».
Venendo a Brescia papa Francesco seguirebbe i passi dei suoi predecessori, Giovanni Paolo II venne a Brescia il 26 settembre 1982 per inaugurare la sede dell’Istituto Paolo VI in città, e il 20 settembre 1998 per proclamare beato Giuseppe Tovini. Benedetto XVI arrivò invece l’8 novembre 2009 per inaugurare la nuova sede dell’Istituto Paolo VI a Concesio. Ora l’attesa per Francesco.
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