IN TRIBUNALE
Omicidio Bailo: «Pasini non aveva programmato il delitto»
«Non riuscendo ad allontanarla con le solite bugie, anziché ammettere la verità, ha ritenuto di poter risolvere la situazione togliendole la vita». È la conclusione alla quale è arrivato il gip Riccardo Moreschi ricostruendo l’omicidio di Manuela Bailo, la 35enne di Nave uccisa due estati fa dal collega e amante Fabrizio Pasini, condannato in primo grado a sedici anni di carcere.
Una pena calcolata senza l’aggravante della premeditazione, esclusa dal giudice: «Non aveva programmato il delitto» scrive il gup nelle 134 pagine di motivazioni depositate nelle scorse ore. «Non si comprende perché l’imputato – scrive il giudice – abbia atteso le 4 di notte per commettere il delitto anziché agire nell’ampio lasso di tempo in cui era fuori casa».
Anche sul movente non ci sarebbero dubbi. Pasini, la sera del 28 luglio, voleva tornare a casa dalla moglie con la quale tre giorni dopo sarebbe partito per una vacanza di due settimane in Sardegna. Manuela era invece convinta di trascorrere con lui la notte, non sapeva del viaggio già organizzato.
«L’omicidio – si legge – trova dunque plausibile spiegazione nell’incapacità di Pasini di risolvere la situazione in cui è venuto a trovarsi quella sera, e non avendo la forza di affrontarla, non ha trovato altra soluzione che uccidere la ragazza».
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