Nuova vita per cascine e malghe: dal Pnrr arrivano 49 milioni

Contributi destinati alle architetture e al paesaggio: massimo 150mila euro con le domande presentabili da oggi, giovedì 21
La suggestiva corte del borgo secentesco di Monticelli d’Oglio - © www.giornaledibrescia.it
La suggestiva corte del borgo secentesco di Monticelli d’Oglio - © www.giornaledibrescia.it
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Ridare vita e funzioni a cascine e malghe malmesse oppure abbandonate. Ma anche a case coloniche, mulini, frantoi, stalle, essiccatoi, ghiacciaie degradati. Restaurare chiese campestri, edicole votive, ex scuole rurali ormai compromessi. Insomma, risanare, proteggere, valorizzare l’architettura e il paesaggio rurale.

È lo scopo del bando appena pubblicato dalla Regione per conto del Ministero della Cultura: 49,2 milioni di euro provenienti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Una bella cifra a fondo perduto con cui si potranno finanziare un minimo di 328 progetti in Lombardia, tenuto conto che il singolo contributo massimo è di 150mila euro. Il territorio bresciano, che ospita migliaia di edifici rurali, potrebbe recitare una parte da protagonista.

Dipenderà ovviamente dal numero e dalla qualità dei progetti, che vanno presentati da oggi, giovedì 21 aprile, al 23 maggio. La Regione, in base a un preciso punteggio, stabilirà la graduatoria, trasmettendo entro il 31 maggio l’elenco degli interventi finanziabili. Le opere dovranno essere avviate prima del 30 giugno 2023 per essere concluse al 31 dicembre 2025 (info sul sito di Regione Lombardia).

Recupero

Lo scopo del bando, dicevamo, è la tutela dei beni materiali legati all’attività rurale, ma anche degli spazi aperti «di pertinenza - si legge nel bando - degli insediamenti e le aree agro-silvo-pastorali». L’obiettivo non è tanto il rilancio economico, quanto la salvaguardia dei territori legati all’agricoltura di pianura, collina e montagna. Architetture e paesaggi, dunque. Il bando vuole restituire «alla collettività e in molti casi all’uso pubblico, un patrimonio edilizio altrimenti poco utilizzato e accessibile». Il suo recupero «favorirà non solo le attività legate al mondo agricolo, ma anche la creazione di servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica».

Niente strutture ricettive, tuttavia, ma la possibilità di «allestire spazi da destinare a piccoli servizi sociali, ambientali turistici, per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio, anche connessi al profilo multifunzionale delle aziende agricole».

Il bando, ad esempio, premia la creazione di fattorie didattiche, una tipologia diffusa nel Bresciano. L’altro elemento da sottolineare riguarda la fruizione pubblica per cinque anni degli edifici che saranno finanziati, nel senso che dovranno essere aperti per alcune giornate l’anno.

Chi partecipa

Al bando possono partecipare le persone fisiche, le imprese, i soggetti del terzo settore, ma non gli enti locali. Per altro i 4, milioni sono suddivisi nelle tre categorie: 26 milioni per le famiglie, 12 alle istituzioni sociali, 11,2 alle imprese. Gli edifici proposti per gli interventi (che possono essere di proprietà pubblica: basta siano gestiti da altri) devono avere alcune caratteristiche. Ad esempio, avere più di 70 anni ed essere censiti o classificati dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica. Saranno premiati quelli dichiarati di interesse culturale (serve un atto della Soprintendenza).

Saranno considerati anche i progetti di recupero destinati «ad attività didattiche, culturali, museali che svolgano attività economica». Qualità. Altro elemento decisivo: gli immobili non devono trovarsi nei centri abitati. Il che non esclude i borghi rurali semi oppure del tutto abbandonati, come se ne trovano diversi nel Bresciano. Il Pnrr alza l’asticella per quanto riguarda la qualità. Non basterà pensare a interventi di restauro oppure conservativi tradizionali. Il bando mira a migliorare il paesaggio, ma anche a favorire buone pratiche per l’efficienza energetica e soluzioni tecnologiche per garantire l’accessibilità alle persone con disabilità.

Dunque, vengono richieste capacità progettuali e fantasia. Anche perché ogni progetto può interessare più architetture rurali di pertinenza di un unico immobile: l’abitazione come la stalla, il pozzo come la santella, i filari di alberi e i muretti a secco. Una provincia storicamente vocata all’agricoltura come la nostra non può mancare l’occasione.

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