Nel Sahara tunisino 100 km in due giorni

Appuntamento nel deserto il 26 e il 27 ottobre per i bresciani Fulvio Moneghini e Sandro Gaffurini
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Ai comuni podisti, abituati alla «garetta» domenicale, dopo i tradizionali tre allenamenti a settimana, cento chilometri da correre nel deserto appaiono - con una punta di invidia - pura fantascienza agonistica. Ai comuni mortali (i non-atleti), «follia» tout court.

Ma per i bresciani Fulvio Moneghini e Sandro Gaffurini, protagonisti di una magnifica «Marathon des Sables» da 250 km in sei tappe a Pasqua, nel Sahara marocchino, si tratta di un richiamo magnetico. Perché, come ha scritto la giornalista e ultramaratoneta toscana Marzia Chiocchi commentando la propria partecipazione alla 100 km sahariana a tappe del marzo scorso, il deserto è un «miracolo della natura» che ti fa «tirar fuori il meglio di te e degli altri»,produce «le sue magie» e «noi ne siamo il suo incantesimo».

Fulvio e Sandro (salodiano di 45 anni il primo, bresciano di città, 40enne il secondo), si sentono anch'essi attori di questo «incantesimo», e dopo aver portato a termine la suggestiva maratona nella sabbia con i compagni-runners Luca Battistoni (veronese) e Corrado Ratti (comasco), ora si cimenteranno sulla 100 chilometri no-stop organizzata da «Zitoway», che andrà in scena nel Sahara tunisino il 26 e 27 ottobre prossimi.

«È un'occasione speciale - spiegano i due atleti - perché si tratta di un'edizione unica, per i 15 anni di attività dell'organizzazione, con meno di 140 runners iscritti, alla quale abbiamo voluto esserci per sfida con noi stessi e le nostre paure. Sappiamo che c'è il rischio di perdersi, soprattutto in caso di bufera. Ma - sorridono - ce l'abbiamo sempre fatta, partendo ed arrivando insieme». Fulvio e Sandro devono farcela - pena l'esclusione - entro l'arco di 22 ore, correndo tutta la notte. Fantascientifici o folli che siano, adesso attendiamo il loro reportage dall'incantesimo.

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