Negli ospedali bresciani i ricoveri sono in crescita

«Per favore, lo scriva, ricordi a tutti queste tre cose: mascherina, distanziamento, lavarsi le mani. Ne aggiunga una in più, una cautela aggiuntiva: i guanti».
Trasuda preoccupazione Mauro Borelli mentre commenta i dati relativi all’aumento dei ricoveri negli ospedali dell’Asst Franciacorta, di cui è direttore. Una situazione che riguarda il Mellino Mellini di Chiari, in particolare, e che riporta Borelli indietro nel tempo: «Mi sembra di essere tornato a un anno fa, quando abbiamo avuto il primo paziente Covid e i numeri hanno cominciato a crescere». D’altra parte, all’Asst Franciacorta fa riferimento il territorio di Castrezzato, diventato zona rossa per l’aumento dei contagi: «Gli ultimi dieci ricoveri sono della zona tra Castrezzato e Rovato».
Numeri che crescono: questo è il quadro generale nel Bresciano per quanto riguarda i pazienti colpiti dal coronavirus, almeno il 70% dei quali dalla variante inglese, anche se con gradazioni diverse e con eccezioni come l’ospedale Civile di Brescia, dove la situazione è sostanzialmente stabile.
Tornando a Borelli, nell’Asst Franciacorta i pazienti Covid «sono una settantina», mentre una settimana fa «erano poco più di quaranta». Tre persone sono in terapia intensiva, ma ciò che allarma «è la subintensiva», spiega Borelli: «Ho venticinque persone con la maschera per l’ossigeno». Rispetto alla prima ondata, una differenza sostanziale c’è: «Sappiamo come curarli, oltre all’ossigeno ci sono le terapie, ma i medici sono preoccupati quanto me», dice Borelli, che conclude: «Spero che sia un fuoco di paglia, ma è presto per dirlo».
Cambiando zona della provincia, l’Asst del Garda spiega che «negli ultimi giorni si è assistito a un progressivo incremento dei ricoveri», arrivati a quota 130. «Nonostante si sia provveduto ad aumentare i posti letto per pazienti Covid - passati dai 139 del 9 febbraio ai 147 odierni - si sta osservando una costante riduzione dei posti disponibili che oggi sono 12 (10 ordinari e 2 di terapia intensiva) contro i 22 (19 ordinari e 3 di terapia intensiva) del 9 febbraio». Manerbio e Desenzano sono gli ospedali con più pazienti, 43 e 42, mentre a Prevalle non ci sono più posti per ospitarne di nuovi oltre ai 20 ricoverati.
A Brescia la situazione è diversificata. La Poliambulanza ha visto raddoppiare i ricoveri nelle ultime due settimane e ora ha 106 pazienti, 14 dei quali in terapia intensiva. Un dato vicino a quello dei tre ospedali del Gruppo San Donato (Città di Brescia, Sant’Anna e San Rocco a Ome), dove ci sono 105 posti letto Covid occupati, a cui se ne aggiungono 6 in terapia intensiva. La situazione è definita «sotto controllo» dal gruppo ospedaliero, pronto ad aumentare in poco tempo i posti disponibili. Un dato interessante è riferito alla provenienza dei pazienti: la quasi totalità sono bresciani. Nella seconda ondata, almeno all’inizio, Brescia ospitò in larga parte malati di altre province, mentre ora la nuova risalita è legata a infezioni locali. Ne è un esempio l’Asst Spedali Civili, dove oltre il 90% dei 256 ricoverati viene da città e provincia. In terapia intensiva ci sono 25 persone, con ulteriori posti disponibili. Nell’azienda sanitaria, a cui oltre al Civile fa capo Montichiari, il trend «è in lieve, ma controllato, aumento», anche se i numeri ancora non si discostano di molto da quelli delle ultime settimane: «Da dicembre il dato è stabile».
Cresce infine, anche se non in maniera troppo preoccupante, il numero dei posti letto occupati all'ospedale di Esine. Se a fine gennaio si contavano 44 persone ricoverate, di cui due in terapia intensiva, a metà febbraio si è arrivati a 64, venti in più in due settimane, di cui quattro in rianimazione (il doppio, con punte anche di cinque il 12 febbraio, occupando quindi tutti i letti disponibili in terapia intensiva). Al momento sono riservati alla cura dei pazienti positivi alcuni reparti di area medica, tra cui tutta la Pneumologia e parte della Medicina di Esine (in vista di possibili nuovi aumenti delle necessità, potrebbero essere riconvertiti anche altri settori). L'ospedale di Edolo, come dalla fine della primavera a questa parte, continua invece a essere riservato ai pazienti non affetti da Covid-19.
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