Museo di Scienze, il centrodestra: «Solo uno spot elettorale»

L'opposizione attacca la presentazione dello studio di fattibilità: «Un rendering senza fondi né tempi certi»
MUSEO SCIENZE: LA DESTRA DICE NO
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Le polemiche sono arrivate puntuali, in quota centrodestra, pochi giorni dopo la presentazione dello studio di fattibilità («solo un rendering e uno studio da 80mila euro», tengono a ribadire dalla minoranza) del nuovo museo di Scienze Naturali.

Sullo sfondo della struttura in gran parte inagibile, gli esponenti cittadini di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia si mostrano uniti confermando l’opposizione al progetto presentato dall’amministrazione: «È importante capire che non è stato stanziato neanche un centesimo, non c’è una sola idea né un progetto. Non è neanche detto che il nuovo museo si farà, perché spetterà alla prossima amministrazione».

Per Paola Vilardi «le commissioni consiliari di questi anni hanno dimostrato che era molto più conveniente abbatterlo, costruire un nuovo museo altrove e valorizzare l’area anche economicamente». Condivide Gianpaolo Natali, spiegando che «la clinica Città di Brescia e alcuni privati in ambito sanitario hanno mostrato interesse per questo immobile, per ampliare le proprie strutture. Il comune potrebbe così monetizzare».

Il centrodestra ha le idee chiare: «L’annuncio è solo di uno spot elettorale per le elezioni del prossimo anno»; e ribadisce la necessità di creare una cerniera tra i musei cittadini, inserendo il nuovo museo di Scienze Naturali in un vero e proprio polo culturale con il Musil. «Stanno facendo un’operazione a macchia di leopardo, mentre la nostra è una visione più organica per facilitare l’accessibilità di turisti e visitatori», aggiunge Paolo Fontana.

Chi del museo ha fatto da anni una battaglia è la Lega: «Se non ci fossimo mossi in commissione non saremmo neanche arrivati a questo punto. Ora però si è arrivati a un punto morto, l’opposizione non è stata coinvolta, non si è ricorso ad alcun bando per lo studio di fattibilità e i tempi sono sospetti», conclude Melania Gastaldi.

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