Morto dopo AstraZeneca, Poliambulanza aveva avvisato Aifa

«Caso di reazione avversa al vaccino» recita la segnalazione su Gianluca Masserdotti inviata il 7 giugno. La famiglia: «Ora risposte»
La preparazione di un’iniezione di vaccino AstraZeneca - Foto © www.giornaledibrescia.it
La preparazione di un’iniezione di vaccino AstraZeneca - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il primo alert era partito dalla Poliambulanza. È lunedì 7 giugno quando dall’ospedale di via Bissolati viene inviata una segnalazione all’Aifa, l’Agenzia Italiana del farmaco, in merito alle condizioni di salute del 54enne Gianluca Masserdotti. «Caso di reazione avversa al vaccino» indica la direzione sanitaria in riferimento al paziente ricoverato da 24 ore. Quattro giorni più tardi viene dichiarato il decesso dell’uomo, padre di due figli di 20 e 26 anni, che lavorava in una carrozzeria e abitava a Flero.

«I medici ci hanno già detto che il vaccino gli ha bruciato tutte le piastrine del sangue» riferisce la compagna Cinzia Del Regno dalla camera ardente allestita agli Spedali Civili. «Aspettiamo gli esiti degli esami che hanno eseguito dopo la morte, ma il medico di rianimazione mi ha detto che già guardando la Tac ci sono i presupposti per dire che il vaccino ha inciso sul decesso» aggiunge Sonia, la sorella del 54enne che il 29 maggio aveva ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca all’hub di via Caprera in città. Ed è morto 12 giorni più tardi.

La Procura con il sostituto procuratore Gianluca Grippo ha aperto un’inchiesta per valutare la possibile correlazione tra la vaccinazione e il decesso. I medici hanno effettuato una prima valutazione al momento del prelievo degli organi e prima del nullaosta per la sepoltura firmato dalla magistratura. «Acquisiremo la cartella clinica» fa sapere il procuratore aggiunto Carlo Nocerino che coordina i colleghi del dipartimento che si occupa di vicende legate al Covid.

«Mio fratello stava bene, era in salute, uno sportivo e non aveva patologie» assicura Sonia Masserdotti. Per lei e l’intera famiglia del 54enne di Flero sono ore di dolore e di domande ancora senza risposta. «Soprattutto ci chiediamo perché Gianluca abbia ricevuto il vaccino AstraZeneca riservato ad un’età più avanzata rispetto alla sua». Appassionato di calcio e tifosissimo del Brescia che seguiva spesso dalla Curva Nord, era stato male in casa la mattina di domenica scorsa. Otto giorni dopo il vaccino. E sotto gli occhi della compagna e della figlia piccola della donna. Spettatrici impotenti della tragedia. «Già venerdì 4 giugno aveva avuto la febbre a 38. Era da sua mamma e mi ha fatto una videochiamata, dicendomi che sarebbe comunque andato a lavorare. Sabato era stanco, ma sembrava normale. Non mi rendevo conto di quello che stava accadendo» ricorda Cinzia, la compagna. «Mi chiedo se poteva essere evitata la morte se fosse andato in ospedale prima. Non lo saprò mai» riflette prima di riprendere a raccontare quanto accaduto. «La domenica ci siamo svegliati e quando ha messo i piedi a terra scendendo dal letto mi ha detto di avere un forte mal di testa. Ha fatto pochi passi e si è lasciato cadere sul divano. Io nel frattempo ho preparato la colazione e l’ho chiamato quando era pronta. Gianluca - prosegue nel racconto - si è girato ed è caduto addosso a mia figlia. Ho provato a muoverlo e mi sembrava di spostare un masso di 100 chili mentre lui ne pesava forse 60. In quel momento era invece un tronco. Gli ho chiesto se volesse un bicchiere d’acqua e mi ha risposto biascicando. Ho capito che aveva un ictus o comunque qualcosa di brutto».

Da quel momento inizia una corsa contro il tempo e l’uomo arriva in ospedale con un’ischemia all’arteria cerebrale media. «Ho chiamato l’ambulanza e quando i medici sono arrivati aveva la saturazione del sangue che in pochissimo è passata da 98 a 90. Lo hanno subito portato in ospedale. Verso le 11 ci hanno chiamato per dirci che era in sala operatoria per asportare un trombo al cervello». Dopo l’intervento l’allarme sembra rientrare. «Si era pure risvegliato e aveva riconosciuto alcune persone» spiega la sorella. «Poi però nella notte tra lunedì e martedì il quadro è peggiorato, lui è finito ancora in sala operatoria dove i medici hanno provato ad alleggerire la pressione dell’emorragia al cervello. Ma mio fratello è andato in coma e non si è più ripreso».

Il decesso viene dichiarato giovedì, ma già dal giorno prima i medici avevano certificato la morte cerebrale e per questo Gianluca Masserdotti era stato trasferito dalla Poliambulanza al Civile dove è stato avviato l’iter per il prelievo degli organi che si è completato poi al mattino di venerdì. «Ma abbiamo potuto donare solo fegato e reni perché tutti gli altri organi, a partire dal cuore, erano compromessi dai trombi» precisa la compagna del 54enne bresciano, i cui funerali saranno celebrati domani mattina alle 10.30 a Flero. «Ora vogliamo soltanto delle risposte. Vogliamo capire perché siamo arrivati a questo punto, perché - si chiedono la sorella, la compagna e i figli di Masserdotti - un uomo di 54 anni che stava bene è morto 12 giorni dopo essere stato vaccinato».

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