Molotov al centro vaccini, l'Asst rifiuta il risarcimento

Il processo a gennaio. Per l’attentato i due no vax rischiano condanne pesantissime
3 aprile 2021 Pluda e Zanardelli ripresi mentre stanno preparando le molotov - © www.giornaledibrescia.it
3 aprile 2021 Pluda e Zanardelli ripresi mentre stanno preparando le molotov - © www.giornaledibrescia.it
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Hanno scelto di farsi processare in abbreviato. La speranza è quella di limitare i danni. Rischiano condanne pesantissime, tanto quanto lo sono le accuse per le quali sono finiti in custodia cautelare. Paolo Pluda, 52enne di Urago Mella, e Nicola Zanardelli, 51enne di Monticelli Brusati - i due no vax arrestati per il lancio di due molotov all’indirizzo delle tensostrutture del centro vaccinale di via Morelli all’alba del 3 aprile scorso - devono rispondere di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, ma anche di fabbricazione e porto abusivo di armi da guerra (tali sono considerate le due bottiglie incendiarie) aggravato dalla finalità terroristica: rischiano condanne in doppia cifra. I due imputati, anche se per vie diverse, hanno cercato di risarcire il danno. A quanto si è appreso l’Asst Spedali Civili, responsabile dell’hub vaccinale finito nel mirino, non ha accettato l’offerta di Pluda. Non avrebbe avuto successo nemmeno quella di Zanardelli.

Un dato comunque è certo. A processo, il prossimo 17 gennaio, contro di loro non si è costituito nessuno. Accuse. Se nel frattempo il giudice non cambierà opinione al proposito, Paolo Pluda, assistito dall’avvocato Maria Francesca Tropea, attenderà l’appuntamento ai domiciliari; mentre Nicola Zanardelli in carcere, dove è detenuto dal primo maggio, quando i carabinieri del Ros si presentarono a casa sua per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare particolarmente carrozzata e lo portarono a Canton Mombello.

Il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi non ha dubbi sulla responsabilità dei due. Le telecamere di videosorveglianza della zona, negli istanti dell’attentato, inquadrarono due soggetti ed un’auto. Indagando su quest’ultima gli inquirenti arrivarono a Pluda, scoprirono la sua militanza (per lo più da tastiera) tra le file dei no vax e poi, grazie ad efficaci intercettazioni telefoniche ed ambientali, riuscirono a risalire al suo complice. A completare il quadro ci pensarono le immagini della stazione di servizio nella quale i due si fermarono, proprio a favore di telecamera, a preparare le molotov utilizzate da lì a poco. Evidenze, davanti alle quali, i due hanno ammesso le loro responsabilità.

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