Maxi frode fiscale da 1,8 miliardi: coinvolti anche imprenditori bresciani

Nell'indagine sono finiti anche i colossi della distribuzione Gs e Auchan. Disposto il sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro
Sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro
Sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro
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Sono indagati anche tre imprenditori bresciani nella presunta maxi frode fiscale da 1,8 miliardi di euro nel settore dell’importazione, esportazione e commercializzazione di beni alimentari nella Gdo (grande distribuzione organizzata). Coinvolti anche Gs e Auchan, colossi del settore.

Tra gli 8 arrestati finiscono ai domiciliari gli imprenditori bresciani Giorgio e Maurizio Lazzari e Gianpietro Racagni, ex responsabile dell'ufficio acquisti di Auchan, licenziato nel 2019 e poi passato ad Apulia Distribuzione.

Allo stato delle indagini, spiega il procuratore di Milano Marcello Viola, il gip Crepaldi ha disposto «il sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro, nei confronti di 15 società, pari all'ammontare dell'Iva evasa». L’inchiesta è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano e coordinata dai pm Rossato e Civardi, nell'ambito della quale sono indagate anche, per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Dei 260 milioni complessivi, sessanta sono stati sequestrati in totale a Auchan e Gs.

Tra gli indagati, 39 persone fisiche e 7 persone giuridiche, figura pure l'ex cfo di Auchan, Franco Castagna. I reati contestati sono associazione per delinquere ed emissione e utilizzo di false fatture. Il sistema di frode carosello ricostruito sarebbe stato portato avanti tra il 2015 e il 2021 in due modi: uno attraverso false lettere di intenti per effettuare da fornitori italiani acquisti di merci senza applicare l'Iva; l'altro attraverso acquisti da fornitori di altri paesi dell'Unione Europea anche in questo caso senza applicare l'Iva. I gruppi della grande distribuzione avrebbero concorso nel meccanismo di evasione e di realizzazione di profitti come intermediari nelle compravendite tra le varie società del circuito finito al centro dell'inchiesta. A segnalare le presunte irregolarità era stato anche un dipendente di Gs, che si occupava di contabilità; uno degli indagati ha confessato. L'Agenzia delle Entrate ha già sottoposto a verifica alcune società coinvolte nella frode.

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