Malta, odissea infinita per una sedicenne bresciana

Era in vacanza studio quando ha avuto i sintomi del Covid. La mamma: «Ora è a Roma, ma deve fare un’altra quarantena»
Una panoramica di Malta
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Due ragazze con tampone negativo. Una può tornare a casa, l’altra deve restare nel Covid-hotel. «Perché?», continua a chiedere la mamma della 16enne bresciana rimasta a Roma dopo un’odissea iniziata a Malta più di due settimane fa: «Mi hanno risposto che la ragione di questo ennesimo stop - racconta la rezzatese - è legata al fatto che il primo tampone al quale è stata sottoposta mia figlia nell’isola era rapido e non molecolare, come quello eseguito all’amica. Da noi non viene riconosciuto, quindi, dopo un tampone positivo al rientro (il 23, a Roma) e un altro negativo lunedì, deve fare la quarantena: i giorni si calcolano dal suo arrivo in Italia, perciò sarà libera, se anche il prossimo test sarà negativo, solo il 2 agosto».

E fino ad allora dove rimarrà? «Se vado a prenderla a Roma devo fare anch’io la quarantena e la mia situazione lavorativa non me lo permette. Cosa faccio? La lascio là? Chiedo a mia mamma se può andare lei e poi stare in quarantena? Ricordiamoci che mia figlia ha 16 anni e sta vivendo questa disavventura lontano da casa dal 10 luglio, giorno in cui si è autoisolata insieme all’amica per via dei sintomi che avvertivano».

La storia delle due studentesse bresciane del liceo linguistico merita di essere raccontata dall’inizio. Il 4 luglio, con una dose di vaccino alle spalle, sono partite per una vacanza studio a Malta. Qualche giorno dopo hanno iniziato a sentirsi poco bene, il 10 si sono autoisolate e l’11 hanno fatto il tampone nel college che le ospitava. A una è stato eseguito quello rapido, all’altra il molecolare. «Io - lamenta la mamma rezzatese - ha detto subito che serviva il molecolare anche a mia figlia, l’ho ripetuto per giorni, ma nessuno mi ha ascoltato».

L’esito per entrambe è stato positivo. Nell’immediato «sono state isolate in una stanza senza bagno e senza acqua e hanno potuto ricevere i bagagli solo 36 ore dopo. Poi sono state portate in un mini-appartamento con altre ragazze di diverse nazionalità: erano in cinque in un piccolo spazio, tutte positive». Il 23 è stato disposto il rientro in Italia. All’arrivo a Roma sono state sottoposte a tampone molecolare, risultato per entrambe positivo. Lunedì un successivo tampone, sempre molecolare, ha accertato la negatività delle due sedicenni. Le conseguenze, però, si sono rivelate diverse. Una ragazza ieri è rientrata a Brescia in treno con la famiglia.

L’altra è rimasta a Roma «per via del primo tampone rapido, quello positivo», ribadisce la mamma, che ieri si è pure recata dai carabinieri: «Non ho nessun foglio - dice - che dispone la quarantena di mia figlia e, come hanno dimostrato le verifiche eseguite in caserma, non risulta segnalata nemmeno nel sistema al quale hanno accesso le Forze dell’ordine. Perché?». La donna, preoccupata, sta valutando il da farsi: «Per una ragazza di 16 anni finire in balia di una simile situazione è difficile da affrontare dal punto di vista psicologico. Stiamo pensando di mandare la nonna, vaccinata, a prenderla. Speriamo che la lascino uscire. E questa odissea si concluda al più presto».

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