Loggia: il Pd tiene il punto sui 5 assessori, ma tre potrebbero essere donne

Prosegue il confronto per la nuova Giunta: così Castelletti risolverebbe il problema degli equilibri
VERSO LA GIUNTA
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Inizia la settimana decisiva per la definizione della nuova Giunta di Brescia. A due settimane dalla vittoria alle elezioni e a sette giorni dall’apertura ufficiale delle consultazioni tra la neosindaca e i partiti della sua coalizione, inizia ad intravedersi una via d’uscita dall’impasse, che tutto sommato è fisiologica ad ogni trattativa, che si è creata a metà della scorsa settimana.

Agenda fitta

Ieri Castelletti, dopo le commemorazioni per l’anniversario della Strage di Piazza Loggia, è partita alla volta di Roma dove oggi assisterà alla consegna del Premio Paolo VI da parte di Papa Francesco al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nella delegazione, tra gli altri, figurano anche il vicesindaco Federico Manzoni e l’ex sindaco Emilio Del Bono, e in particolare con quest’ultimo ci sarà l’occasione di proseguire nel confronto già avviato in queste ore. Ma Castelletti verosimilmente riprenderà in mano la questione Giunta nel pomeriggio di domani, visto che in mattinata è impegnata in Camera di Commercio per un appuntamento di Confartigianato.

C’è dunque ancora tempo per riflettere su ciò che attualmente pare essere d’ostacolo per la formazione della squadra di governo cittadino. In particolare sui numeri e sulla rappresentanza delle forze politiche in termini di assessori e al contempo sull’equilibrio di genere.

Numeri

I dati di fatto da cui ripartire sono i seguenti. Primo: il Partito democratico chiede cinque dei 10 posti in Giunta e si aspetta anche la presidenza del Consiglio, ma quello è un passaggio successivo che attiene alla maggioranza consigliare di cui i dem detengono il 50% più uno con 11 consiglieri su 20 eletti. Castelletti ha già nominato il suo vice, ovvero l’ex assessore alla Mobilità Federico Manzoni.

Ci sono poi figure non in discussione: il dem Valter Muchetti, più preferenziato di tutti i candidati consiglieri con 1.717 preferenze, Alessandro Cantoni capolista della Lista civica Castelletti. Oltre a loro anche Marco Fenaroli: anch’egli considerato intoccabile, anche se la civica di sinistra Al Lavoro con Brescia non ha certo entusiasmato il 14 e 15 maggio con uno scarno 2,79%. Ma su di lui Castelletti pare non avere dubbi: è stato il primo a sostenere la sua candidatura a sindaca all’interno della coalizione, al contempo copre una porzione di sinistra ed eventuali sostituti potrebbero non essere graditi.

Tutti i nomi elencati sono però uomini e sono già quattro posti sui dieci previsti. Per il Pd sono date per certe Camilla Bianchi (coordinatrice della corrente Schlein a Brescia) e Anna Frattini (proveniente da Brescia per Passione ma in lista con i dem), ma questo non basta ed equilibrare i numeri perché al momento il Terzo Polo non sembra in grado di fornire una figura femminile per la futura Giunta e Castelletti ha detto di essere intenzionata a proporre due figure (uomo e donna). Non solo, fino ad oggi si è ragionato, per il Partito democratico, attorno ad altre due figure maschili: Roberto Rossini e Roberto Cammarata che incidentalmente rappresentano anche due anime differenti interne al partito.

La via d’uscita sarebbe quella di un cambio di strategia che potrebbe essere gradito soprattutto a Castelletti: una terza donna in quota Pd. Conti alla mano, quindi, oltre alla sindaca i dem avrebbero cinque assessori (2 uomini e 3 donne); altri tre uomini sarebbero espressione delle altre forze (Lista Castelletti, Al Lavoro con Brescia e Terzo polo). Resterebbe un posto a discrezione della sindaca che potrebbe scegliere una quinta donna o un sesto uomo e in questo caso salgono le quotazioni di Andrea Poli coordinatore della sua civica e oggi suo consigliere politico insieme a Mafalda Gritti (non dovesse essere assessore potrebbe diventare portavoce della sindaca).

Consiglio comunale

Se quella delle tre donne dem dovesse essere la via, Cammarata e Rossini potrebbero trovarsi a contendersi la presidenza del Consiglio comunale. Anche su questo punto il Pd sembra non voler arretrare in nome del 26,6% ottenuto alle urne anche in ragione della sua condizione di architrave politica della coalizione ed unico partito nel vero senso del termine su cui Castelletti potrà contare nei prossimi cinque anni. Il tema in questo senso non è semplicemente numerico ma soprattutto politico. 

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