Loggia 2023, Nini Ferrari: «Una Brescia più attrattiva e meno autoreferenziale»

Mariangela Ferrari torna in campo dopo i dieci anni in Loggia tra il 2008 e il 2018, prima eletta come indipendente in Forza Italia e poi alla guida di X Brescia Civica. Ora da indipendente è candidata nelle liste di Fratelli d’Italia ma soprattutto è il vicesindaco designato dal centrodestra, in caso di vittoria di Fabio Rolfi alle prossime Comunali.
Come sta andando la sua campagna elettorale?
Bene. Sento molte persone soddisfatte del mio ritorno in politica. In molti hanno voglia di un cambiamento.
Nei mesi scorsi più di una voce la volevano candidata per il Terzo polo e oggi la ritroviamo in FdI.
Ci sono stati un paio di incontri con i rappresentanti di Italia Viva, mi sono limitata ad ascoltare un potenziale progetto per occupare un’area di centro che pareva libera. Tutto è sfumato per le pressioni delle segreterie nazionali; poi come abbiamo visto tutti è naufragata anche l’idea del partito unico del Terzo polo. Poi mi sono ritrovata nell’alveo del centrodestra, quello che mi appartiene e che mi ha visto protagonista per dieci anni in Loggia.
Ora si candida con Fratelli d’Italia.
Da indipendente. Diego Zarneri mi ha cercato e mi ha convinto, sulla scorta del fatto che il partito aveva bisogno di nuove professionalità e nuove competenze. L’altra motivazione che mi ha spinto ad aderire a questo progetto è che vedo nella premier Giorgia Meloni un modello di donna determinata, coraggiosa, competente. Un modello femminile che fa politica che mi piace e a cui posso ispirarmi.
Come va il rapporto con Fabio Rolfi?
È un rapporto ottimo. L’ho trovato molto maturato rispetto al periodo in cui avevamo governato insieme nel 2008. L’esperienza da consigliere e assessore regionale l’hanno fatto crescere molto sia dal punto di vista umano sia per le competenze. Formazione e provenienza differenti ci rendono sinergici e complementari.
Su cosa pensa di impegnarsi in caso di vittoria?
Vorrei dare un contributo alla luce delle mie competenze e della mia esperienza di docente universitario quindi nell’ambito delle politiche giovanili e culturali che sono indissolubilmente legate alla valorizzazione della vocazione universitaria della nostra città. Poi credo di poter dare un contributo data la mia esperienza nel terzo settore nel sostegno alla fragilità che ho toccato con mano a fronte della prevenzione e l’assistenza ai pazienti oncologici. Infine vorrei approfondire di persona il tema della cittadella dell’innovazione che l’attuale amministrazione ha approcciato in modo molto freddo, ma che può essere una grande opportunità per Brescia.
Che Brescia immagina nel futuro?
Una città metropolitana che dovrebbe aspirare ad avere questa definizione anche dal punto di vista normativo. Ma ora penso soprattutto al rapporto con l’hinterland che è fortemente legato al capoluogo e che potrà beneficiare del Parco regionale che proponiamo e anche del prolungamento della metropolitana. Ma penso anche ad una Brescia più salubre, più attrattiva per i giovani con un’offerta adeguata in termini abitativi e di offerta del tempo libero e quindi più internazionale.
Cosa pensa del centrosinistra?
Lo vedo troppo autoreferenziale. Credo che chiunque si trovi nella stessa istituzione da troppo tempo non possa più essere credibile in progetti di innovazione. Io stessa se fossi da trent’anni in Loggia non mi sentirei in grado di pensare di poter cambiare neanche un dettaglio. È normale perché si insinua una sorta di abitudine che ti impedisce di avere il guizzo per innovare.
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