Loggia 2023, la tenuta del Pd è «appesa» alla scelta del vicesindaco

Il «day after», casa dem si è risvegliata ancora sbalestrata. Certo, la consacrazione di Laura Castelletti a erede legittima di Emilio Del Bono per le Comunali di primavera è un punto fermo importante (e, soprattutto, non scontato fino a un gruzzolo di giorni fa), ma la scoppola dell’incognita su chi sarà al suo fianco come vice non lascia ancora dormire sonni tranquilli a candidati e dirigenza.
La questione del ticket non è secondaria, neppure per la candidata. Sul banco non c’è semplicemente il «premio di consolazione» da conferire a uno dei due (ormai ex) delfini che, pur lottando, hanno dovuto abdicare (o, come piace dire in questi casi «hanno fatto un passo di lato»), ma la tenuta del Partito Democratico dentro le urne. E mentre gli alleati gioiscono per il punto segnato, il partito di via Risorgimento prepara il campo per un altro round, forse più delicato ancora.
Strategia
L’Assemblea cittadina che vede all’ordine del giorno il ticket dovrebbe campeggiare in agenda martedì 24, almeno stando a quanto vociferato dal presidente Piergiuseppe Caldana. L’istantanea di partenza è un istante déjà vu: Valter Muchetti o Federico Manzoni? La «ragion politica» vorrebbe dribblare anche per questa scelta il voto, ma non è detto che stavolta lo scacco riesca. Il rischio, d’altro canto - fanno notare i veterani - è ritrovarsi a consegnare a Laura Castelletti un Pd sfasciato, che tradotto in consensi significa dimezzato nel suo peso e con un centrodestra compatto e agguerrito «non ce lo si può di certo permettere». La parentesi di riflessione è quindi impregnata di strategia. Chi, tra i due antieroi della prima fase, se escluso potrebbe causare la crisi maggiore?

Il segretario cittadino Tommaso Gaglia, per ora, si concentra sul risultato di mercoledì notte: «È stato un percorso impegnativo, ma abbiamo trovato insieme una strada. I due candidati indicati dal Pd alla coalizione hanno accettato di sostenere questo schema perché non si è trovata la convergenza sui loro nomi. A breve presenteremo Castelletti alla città e lavoreremo al programma. È chiaro - conclude - che si parte da una visione di città molto definita».
Alleati
Nel frattempo, mentre la vicesindaco prepara la sua prima uscita pubblica da candidata per Loggia 2023, gli alleati tirano un sospiro di sollievo (del resto, il grande enigma è confinato all’interno del Pd). «Siamo molto soddisfatti che si sia optato per la scelta unitaria per la coalizione - spiega il segretario provinciale di Sinistra italiana, Luca Trentini -. È chiaro che adesso bisogna mettersi subito al lavoro per recuperare il tempo perduto: ci si deve confrontare al più presto sui contenuti perché abbiamo di fronte una campagna elettorale impegnativa».
Se su Sinistra, Psi, Azione (e a questo punto anche Pd) l’unità attorno a Castelletti è pressoché scontata, non è sembrato sempre esserlo invece per il futuro Polo civico guidato da Alessandro Cantoni, che aveva preferenziato Muchetti. Ma che ora garantisce il pieno sostegno alla vice (con la quale l’assessore avrebbe già parlato): «L’intesa ci consentirà di proseguire questa bella esperienza di amministrazione che ha portato Brescia ad essere una città affermata e conosciuta. Personalmente sarà per me un piacere proseguire l’esperienza di lavoro con i Consigli di quartiere, rafforzandola. Punto a trasformare le istanze dei quartieri in programmazione per il prossimo mandato».
Polo civico, quindi, sarà al fianco del centrosinistra e fa così ufficialmente tramontare l’asse fulmineo con Italia Viva, decisa al contrario a correre da solista (in pole c’è il nome di Nini Ferrari, ma per ora la diretta interessata mantiene il silenzio stampa), per poi schierarsi al secondo turno. Con chi? La partita è tutta da giocare, ma per ora l’orizzonte di intesa con il centrosinistra sembra sempre più lontano.
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