Loggia 2023, i «big» per Castelletti? Sono i sindaci: «La Lombardia Orientale sta con Laura»

Galimberti (Cremona), Palazzi (Mantova) e Gori (Bergamo): «Con voi Brescia è diventata un riferimento»
Gori, Castelletti, Palazzi e Galimberti insieme - Foto Davide Brunori
Gori, Castelletti, Palazzi e Galimberti insieme - Foto Davide Brunori
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A vederli insieme, sul palco della sede elettorale di via Ugoni, sembrano amici da una vita: sorridono, si scambiano battute, si abbracciano. E, in un certo senso, lo sono diventati: lavorando insieme, condividendo sfide e grattacapi da amministratori, costruendo da zero un progetto territoriale capace di «tenere testa» a Milano. Perché i sindaci di Bergamo, Mantova e Cremona - insieme a Brescia - hanno creato una sorta di secondo capoluogo di regione: la Lombardia Orientale.

Sono i loro volti e le loro voci quelli che la candidata sindaco del centrosinistra Laura Castelletti ha voluto come «suoi big» per l’endorsement di punta in vista dell’appuntamento elettorale ormai alle porte. E loro, che incrociano le agende comunali da settimane per non farle mancare il supporto, si rivolgono a chi, domenica e lunedì, dovrà scegliere il prossimo sindaco. Il messaggio ai bresciani, parafrasato, suona più o meno così: cari elettori, non ingranate la retromarcia, ma continuate sul percorso che «ha reso Brescia un modello e una meta grazie all’amministrazione di centrosinistra».

Una rete di governo

Proprio come in una serata tra amici, non ci sono convenevoli o presentatori: è la stessa candidata a fare gli onori di casa. «Fabio Rolfi fa sfilare ministri e assessori regionali, io invece credo nei sindaci perché credo nella forza delle nostre municipalità e nelle relazioni costruite in questi anni. Lo abbiamo fatto per alcune esperienze in particolare: Capitale della Cultura ci ha legato a Bergamo, ma Mantova è stata d’esempio facendo da apripista, così come Cremona ci farà da guida come città della musica. Stare insieme, creare rete significa dare forza ai nostri territori che sanno essere tanto competitivi quanto solidali. La Lombardia Orientale è una realtà politica e amministrativa, ma è anche una grande opportunità».

La stoccata all’avversario numero uno, Fabio Rolfi, arriva in coda: «Noi abbiamo governato con grande serietà, promettendo solo ciò che eravamo certi di poter mantenere, loro hanno governato per cinque anni e poi i bresciani li hanno mandati a casa». Ma a Castelletti non va giù neppure la bandiera dell’asse politico che diventa istituzionale: «Continuano a ripetere che se non vince lui non ci sarà collaborazione: già questo significa voler dividere la città. Significa che se lui perderà, Brescia sarà penalizzata?» chiede retoricamente.

Appoggio

A schiacciare la palla sono i suoi alleati («siamo stufi di essere in quattro maschietti, serve che tu vinca» scherza Mattia Palazzi). A partire dal numero uno di Bergamo, Giorgio Gori: «Lavorare insieme su Capitale della cultura è stato possibile perché si sono create le condizioni prima. La Lombardia Orientale è composta per noi da 3 milioni di abitanti: ci poniamo come un aggregato che va a dialogo con Milano e con la Regione. Laura ha tutte le caratteristiche per fare il sindaco: se questa continuità riusciamo a mantenerla si prefigura un orizzonte di lavoro prezioso».

Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, incalza: «Il centrodestra porta i ministri, ma voi state portando i fatti. Prima della vostra Amministrazione, Brescia non è mai stata considerata una città forte dal punto di vista della cultura e dell’attrattività: si guardava sempre Verona, oggi Brescia è una meta». E, ancora: «Si deve diffidare di chi, in campagna elettorale, promette la qualunque: il loro obiettivo è fare lo scalpo politico alla città. Se Brescia torna indietro è un danno per tutta questa parte della Lombardia».

Infine, Gianluca Galimberti, che si rivolge direttamente a Del Bono e Castelletti: «Emilio e Laura: avete fatto un lavoro pazzesco: Brescia è diventata un punto di riferimento». Infine, la sentenza sulla linea tenuta dal centrodestra: «Le dichiarazioni di Rolfi sanno un po’ di disperazione e di debolezza. Noi - conclude il numero uno di Cremona - vogliamo persone che uniscono e non che dividono, persone per i cittadini e non contro una parte dei cittadini. E Laura rappresenta questo».

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