«La terza ondata è al capolinea, ma non freniamo con i vaccini»

Immunità di gregge? «Impensabile credere di averla raggiunta con il 70% della popolazione vaccinata» sostiene il virologo Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di Virologia e docente all’Università degli Studi di Brescia. Del resto, anche l’ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità invita a «raggiungere almeno l’80% di copertura della propria popolazione adulta».
Tutti noi ricordiamo che proprio pochi anni fa il ministero della Salute decise di introdurre l’obbligo vaccinale per molte vaccinazioni pediatriche perché il livello di immunizzazione in alcune aree era sceso ben al di sotto della soglia del 95% raccomandata dall’Organizzazione mondiale della Sanità per limitare la circolazione dei virus.
Ed ora? Caruso: «Il numero dei contagi si sta azzerando ed è evidente che anche la terza ondata è finita. Altrettanto evidente, tuttavia, che l’immunità di gregge anti Covid-19 si può raggiungere solo se la vaccinazione è obbligatoria. Visto che non lo è, si deve procedere alla copertura massima per le fasce di età più anziane e più fragili. Al momento, non mi sembra che nel Bresciano, e tantomeno nel resto del Paese, ci sia oltre il 90% di anziani immunizzato per contenere la diffusione del Sars-Cov-2 con prima e seconda dose. Nel pieno del dibattito sull’ipotesi terza dose in autunno e con la variante Delta del virus che si sta rapidamente diffondendo, la strategia vincente è quella di mettere in sicurezza le fasce più a rischio».
E aggiunge: «Anche se raggiungeremo a breve l’immunità di gregge, o di comunità, con la copertura vaccinale del 70% della popolazione, rimane senza risposta la domanda di fondo: che età ha il 30% che non è vaccinato? Perché se sono i giovanissimi, allora possiamo essere più tranquilli. Se sono gli anziani e i fragili, la preoccupazione rimane ancora altissima, perché sono questi che si sono ammalati di più ed è in queste fasce di età che abbiamo registrato una maggiore letalità a causa dell’infezione del virus».
L’analisi del virologo giunge nel giorno in cui cade l’obbligo delle mascherine all’aperto, un provvedimento assunto alla luce del favorevole andamento epidemiologico ma che rischia di revelarsi un salto nel buio. «È indubbiamente importante continuare con la campagna vaccinale per giungere in tempi rapidi al maggior numero possibile di persone immunizzate - continua Caruso -. Tuttavia, vaccinare non è sufficiente. Come facciamo a sapere, ad esempio, quanti anticorpi hanno sviluppato le persone vaccinate? Si discute della durata dell’immunizzazione, dai sei agli otto mesi. Questo significa che chi è stato vaccinato gli scorsi dicembre e gennaio ora è già scoperto. Non ha senso, tuttavia, pensare di fare a tutti la terza dose, indiscriminatamente, perché non tutti gli organismi sviluppano lo stesso quantitativo di anticorpi e ci sono addirittura persone che, malgrado il vaccino, non ne sviluppano affatto. Mettere in sicurezza la popolazione significa vaccinare i fragili che ancora non lo sono e, per quelli che già lo sono, misurare gli anticorpier sapere se serve un ulteriore richiamo».
Il Sars-Cov-2 è un virus respiratorio ad alta carica infettiva. Il più infettivo tra quelli respiratori ad oggi conosciuti, in grado di infettare molto facilmente. L’arrivo della mutazione Delta del virus, molto più contagiosa, rende indispensabile tracciare e sequenziare il prima possibile l’andamento della situazione epidemiologica.
Il virologo non ha dubbi: «Possiamo parlare di immunità al 70% nel caso in cui avessimo a che fare con un virus a trasmissione sessuale. Per quello respiratorio della potenza infettiva del SarsCov2, aumentata con le varianti, direi che l’unica strategia sensata per evitare una ulteriore importante ondata è quella di essere molto prudenti. E per definire a chi somministrare la terza dose, prima del ritorno del virus con l’indata autunnale, è importante misurare il titolo anticorpale, almeno ai più fragili». Per conoscere il titolo dell’anticorpo si effettua un’analisi del sangue che ne determina la presenza ed il livello (titolo) di anticorpi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
