La generosità non si ferma: vola RomagnaNostra con 1.000 donatori e 640mila euro
Nemmeno la settimana di Ferragosto ha fermato la generosità dei bresciani, proprio in questi giorni, infatti, i donatori che hanno partecipato alla nostra raccolta RomagnaNostra hanno raggiunto quota mille, per un tesoretto di circa 640mila euro. Sono persone che hanno risposto «presente» alla richiesta di aiuto arrivata da una terra martoriata dall’alluvione di fine maggio.
E ancora una volta a fare da tramite c’è un progetto che vede in campo l’Editoriale Bresciana con Fondazione della Comunità Bresciana e con l’Associazione Comuni Bresciani. La raccolta continua, ma ora si entra nella seconda fase, ovvero individuare quali progetti finanziare e sostenere.
«Abbiamo raggiunto una cifra insperata - sottolinea il nostro direttore Nunzia Vallini -, da qualche settimana stiamo valutando alcune proposte d’intervento. Le nostre decisioni sono guidate da una linea ben precisa: andremo a finanziare opere e interventi che fanno la differenza. Per fare un esempio, non pagheremo il rifacimento dell’argine di un fiume. Ci orienteremo su progetti socialmente utili, rilevanti per la ripresa della vita di una comunità».
Vallini sottolinea la volontà di sostenere «ponti di comunità», «quello che realizzeremo dovrà essere la concretizzazione di un patto di amicizia tra popoli, un dono dei bresciani anche dall’alto valore simbolico». Dopo la pausa estiva, nei prossimi giorni tornerà a riunirsi il comitato di valutazione che vede alla guida Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana, e Mario Mistretta, presidente della Fondazione della comunità bresciana.
I precedenti
Quello messo in campo per RomagnaNostra è un vero e proprio format che garantisce una doppia (fondamentale) efficienza: nella raccolta dei fondi e nella loro destinazione certa e puntuale. La prima raccolta fondi che vide in campo il Giornale di Brescia risale al terremoto in Friuli nel 1976: i fondi vennero destinati alla costruzione del Villaggio Brescia a Buja.
Da ricordare «Non lasciamoli soli» raccolta creata dopo il sisma del 2016 delle Marche e grazie alla quale è stata ricostruita la scuola di Gualdo. Prima c’erano stati il Centro polifunzionale di Monticchio, costruito dopo il terremoto in Abruzzo. Ma certamente l’esperienza più straordinaria (da tutti i punti di vista) è stata aiutiAMObrescia, una raccolta che, durante i mesi più bui della pandemia, ha superato i 18 milioni di euro, diventando un caso unico in Italia (e nel mondo) per la capacità di raccogliere risorse dai privati e incanalarle poi in aiuti concreti, in tempi in cui (lo ricordiamo bene) tutto questo appariva impossibile. Fu un sogno diventato realtà.
Partecipare
L’ultima – cospicua – donazione in ordine di arrivo è quella dell’azienda di Concesio «Metal Work Spa», specializzata nella produzione di componenti per l’automazione industriale: 5000 euro l’importo devoluto, diviso tra donazioni dei dipendenti e un contributo diretto dell’impresa. «Abbiamo aderito a giugno rispondendo all’appello di Confindustria», spiega il responsabile delle risorse umane Enrico Scacchi. «È subito partita una colletta in azienda, in collaborazione anche col sindacato: chi voleva contribuire tra i dipendenti ha donato alcune ore di lavoro, che l’azienda ha poi integrato con una propria donazione».
Lo stabilimento «Metal Work» di Concesio, che conta circa 470 dipendenti, è una realtà attorno a cui gravitano altre società sul territorio, più piccole, che pure sono state invitate a partecipare e hanno dato il loro supporto alla raccolta. In generale, continua Scacchi, «l’adesione dei dipendenti è stata buona, tenendo anche presente che a questo tipo di iniziative noi rispondiamo spesso, per cui chi un mese, chi l’altro, ciascun lavoratore dà sempre il proprio aiuto».
La solidarietà è infatti una cifra caratteristica dell’azienda, nata nel 1967 e fulcro oggi di un’ampia struttura commerciale nel campo dell’automazione industriale: «Metal Work Spa» è infatti un gruppo che comprende circa 50 società in Italia e all’estero. «Siamo sempre attenti al sociale, sul territorio e non solo», conclude il responsabile. «Per esempio, abbiamo fatto una raccolta anche per il terremoto in Turchia di febbraio: ogni volta che accade qualcosa per cui occorre dare una mano noi ci mobilitiamo».
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