La foto di piazzale Arnaldo pieno di gente non è un fake

C'è chi ne ha messo in dubbio la veridicità e chi ha fatto confusione sul tema, ma l'immagine è vera. Facciamo il punto
I clienti fuori dai locali di piazzale Arnaldo - Foto © www.giornaledibrescia.it
I clienti fuori dai locali di piazzale Arnaldo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La fotografia di piazzale Arnaldo piena di gente fuori dai locali non è finta ed è stata scattata venerdì scorso, a Brescia. A cinque giorni di distanza da una vicenda che ha avuto una risonanza nazionale, con assembramenti in barba alle norme sul distanziamento sociale e relative contromisure per limitare la vita notturna nella zona, c’è ancora bisogno di sgomberare il campo da una serie di equivoci. 

Chi mette in dubbio la veridicità di quell’immagine non ha molti argomenti a parte il «non ci credo» e su questo a dire il vero c’è poco da fare: il Giornale di Brescia l’ha pubblicata per raccontare una situazione fuori controllo, in un periodo peraltro in cui le raccomandazioni per evitare di favorire il contagio si sprecano. È stata scattata poco prima di mezzanotte: successivamente è intervenuta la polizia per disperdere le persone presenti (e due agenti sono rimasti feriti). Il giorno dopo, il Comune di Brescia ha limitato temporaneamente l’orario di apertura dei bar per evitare nuovi assembramenti e ancora adesso la gestione di piazzale Arnaldo (e in generale dei posti di ritrovo notturni) è argomento di dibattito e di confronto. Difficile, dunque, sostenere che lo scatto, dove si vedono anche persone con le mascherine (poche), sia fasullo.

Un ulteriore problema è sorto quando sui social è iniziata a circolare un’immagine in cui si mettevano a confronto tre articoli online di diverse testate, il Giornale di Brescia, L’Eco di Bergamo e la Provincia di Cremona. Tre pezzi distinti sullo stesso argomento, i problemi legati alla vita notturna nella Fase 2, corredati dalla stessa fotografia, quella relativa a piazzale Arnaldo. Significativo, a riguardo, il tweet di Fiorella Mannoia: «Guardate queste foto. Una è di un giornale di Cremona, una è di Bergamo e una è di Brescia. Quelli nel cerchio sono in tutte e tre le foto. A che cosa dobbiamo credere?». La cantante lancia un’accusa implicita: è in corso una manipolazione della realtà. Inutile dire che molte delle risposte concordino con questa impostazione, come se qualcuno avesse qualche interesse nel seminare il panico o nell’accusare le persone di essere irresponsabili.

Anche la vicesindaca di Brescia, Laura Castelletti, ha risposto a Mannoia, sgomberando il campo da ogni dubbio: «Chi è di Brescia riconosce, purtroppo, la sua piazza Arnaldo pubblicata sul @GdB_it». A dire il vero, non era necessario essere di Brescia, sarebbe bastato leggere gli articoli per chiarirsi le idee.

E sempre alla cantante (e a tutti gli altri lettori) replica anche il direttore della Provincia di Cremona, Marco Bencivenga. «Permettetemi di respingere l'accusa rivolta al mio giornale di aver contribuito a generare confusione sull'autenticità di tale immagine. L'unica vera fake news l'ha prodotta chi ha costruito e pubblicato quel collage fotografico, ritagliando solo un pezzo della notizia apparsa sul sito e sulla pagina Facebook de La Provincia. Se l'autore del fotomontaggio avesse pubblicato l'intera immagine dello screenshot tutti avrebbero visto il nostro esplicito riferimento al caso-Brescia, con tanto di citazione del sindaco Del Bono, un doppio link che giustificava l'uso della fotografia bresciana, da parte nostra mai spacciata per cremonese».  

 

 

Bufale.net, un sito che si occupa di smascherare fake news sulla base delle segnalazioni degli utenti, è intervenuto sul tema per spiegare che la foto è del GdB e che non è falsa. L’Eco indicava nel suo articolo che si trattava di Brescia, mentre la Provincia l’ha pubblicata senza specificarne la provenienza in un pezzo in cui si parlava della situazione a Cremona, contribuendo probabilmente a generare la confusione di cui è rimasta vittima, con molti altri, la stessa Mannoia.

Chiariti gli equivoci, vale la pena di tornare al punto principale, e cioè che la Fase 2 dell'emergenza coronavirus non è un liberi tutti, che la situazione è ancora delicata, soprattutto in Lombardia, e che il contagio continua a diffondersi. Lo fa più lentamente di prima, anche grazie agli effetti del lockdown e alle successive misure di contenimento, ma ciò non esclude il ritorno di nuovi focolai. Il Covid-19 non è una fantasia, anche se qualcuno lo crede, ma è una pandemia reale ancora in corso, che ha provocato finora migliaia di lutti e sofferenze. Il distanziamento è uno degli strumenti per combatterlo, ma non è l’unico, dato che servono tamponi (e in Lombardia sono ancora troppo pochi), tracciamento dei contagi (l'app Immuni sarà sperimentata dal 5 giugno) e disponibilità di cure (mancano ancora le indicazioni del ministero, ad esempio, sugli ospedali Covid). Si tratta di concetti ribaditi più volte dall’Oms con lo slogan è test, trace and treat). In questo contesto il dibattito sulla veridicità di una foto è un dettaglio, ma vale la pena ribadire che l’immagine è vera e che ci auguriamo di non doverne pubblicare un’altra simile. 

 

 

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