«Io percepivo il Reddito di cittadinanza, ma mi sentivo umiliato: ora cerco qualsiasi lavoro»

La storia di un imbianchino con 5 figli che per diversi mesi ha percepito il Reddito di cittadinanza. Una mamma sola: «Soluzione poco motivante»
La storia di un imbianchino che cerca lavoro
La storia di un imbianchino che cerca lavoro
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Cinquantasei anni, un metro e 80, corporatura robusta, cinque figli. Per 18 mesi ha percepito il reddito di cittadinanza. Quando ne parla, davanti al Centro per l’impiego di via Cipro, gli vengono gli occhi lucidi e la voce inizia a tremare: «Probabilmente potrei richiederlo, ma non lo faccio: non voglio ricevere la carità, io cerco un lavoro».

Nato in Tunisia e arrivato in Italia più di 25 anni fa, quest’uomo vive nell’hinterland con i figli, che hanno dai 10 ai 17 anni, e la moglie. Ha sempre fatto l’imbianchino, ma «dopo un infortunio e le conseguenti operazioni sono stato licenziato - racconta -. Fino a un anno fa prendevo il reddito di cittadinanza, la cifra oscillava dai 600 ai 945 euro. Un aiuto utile considerato che ai tempi nemmeno mia moglie lavorava. Oggi per fortuna assiste una persona anziana e prende 500-600 euro al mese. Ma dobbiamo restituire 35mila euro a questa donna: ce li ha prestati per acquistare la nostra casa finita all’asta»

. Un anno fa il 56enne ha trovato impiego da un piccolo artigiano: «Complice il bonus facciate avevamo tanto lavoro, poi le richieste sono calate e mi ha lasciato a casa. Eccomi quindi al Centro per l’impiego a chiedere la Naspi (l’indennità mensile di disoccupazione, ndr). Nel frattempo sto cercando una qualsiasi occupazione purché regolare.

Il reddito di cittadinanza non lo voglio più chiedere: a quei tempi mi sentivo strangolato, umiliato». Andare avanti così è dura: «Quando arrivano i 200 euro della pensione di invalidità facciamo la spesa - spiega - . Tutti i miei figli studiano. E i tre più grandi frequentano istituti superiori della città. Per il bus spendiamo 800 euro l’anno, considerato lo sconto per il secondo figlio e la gratuità per il terzo». Il 56enne spera di trovare presto un lavoro: «Ho una vecchia auto a gasolio e non potrei circolare troppo. Però ci tengo a fare i colloqui di persona. Se sanno che ho 56 anni non considerano il mio curriculum, se invece mi vedono robusto e volenteroso ho più speranze».

Ha percepito per 18 mesi il reddito di cittadinanza anche una mamma della Bassa sola con quattro figli dai 14 ai 22 anni: «Non ho voluto fare il vaccino anti-Covid e, in accordo con i titolari, sono stata licenziata. I 400 euro mi servivano per fare la spesa. Il Comune mi dava, in aggiunta, dei buoni utilizzabili in tre supermercati purtroppo poco convenienti». La 45enne dice di aver percepito anche la disoccupazione e ammette di aver fatto qualche lavoretto in nero come domestica.

A suo avviso «il reddito di cittadinanza aiuta a mangiare, ma non è un incentivo a cercare lavoro: a livello motivazionale non è uno stimolo. Io in quei mesi sono stata contattata una volta: volevano sondare la disponibilità mia e dei miei figli a fare qualche lavoro. Stop. Ora andiamo avanti così, con l’indennità mensile di disoccupazione da 800 euro, qualche persona che ci regala i vestiti e poco altro».

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