Infortuni sul lavoro, 2.000 denunce al mese e mortali raddoppiati nel 2022

Una crescita del 78% e un raddoppio dei mortali (da 3 a 7) nei primi tre mesi del 2022 rispetto al 2021
IN CRESCITA GLI INFORTUNI SUL LAVORO
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Ogni mese duemila infortuni denunciati. Ed un numero di mortali passato dai 3 del primo trimestre del 2021 ai sette dei primi tre mesi del 2022. Più del doppio di vite spezzate. Il confronto gennaio-marzo 2022 con lo stesso periodo dello scorso anno evidenzia un aumento dell’81% di infortuni e di quasi il 40% di malattie professionali denunciate nella nostra provincia. Brescia presenta perciò i dati peggiori dopo Milano e a lunga distanza da Bergamo, che è terza.

I dati

Sono dati Inail rielaborati dall’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) per la 32° Giornata regionale per le vittime del lavoro che si celebra oggi, 22 maggio. Si continua a morire sul lavoro ed i numeri sono lo specchio di una situazione che tende a peggiorare di anno in anno.

Anche gli infortuni sono quasi raddoppiati, con il loro carico di sofferenza che cambia la qualità di vita delle persone e stravolgono quella delle loro famiglie. Dati preoccupanti e, tuttavia, in difetto rispetto a quello che realmente accade. «I dati ufficiali rappresentano una significativa sottostima, non solo per la fisiologica reticenza nel denunciare gli eventi (sia da parte del lavoratore sia da parte dell’azienda) ma anche a causa di una serie di filtri che ne impediscono la registrazione in ogni fase del processo di definizione, classificazione e comunicazione» si legge nella relazione intermedia sull’attività svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. Il testo integrale è scaricabile dal sito del Senato della Repubblica.

Cosa manca

«Ad esempio - continua la relazione - non viene incluso il lavoro nero, quello minorile e molti lavori occasionali, e sono escluse alcune tipologie di professionisti; ci sono modalità diverse per conteggiare gli infortuni che non generano immediatamente malattie gravi (in Italia l’obbligo di comunicazione all’Inail degli infortuni con prognosi inferiore ai 3 giorni è iniziata ad ottobre del 2017) e comunque, soprattutto per le malattie professionali, non sempre si riesce ad individuare l’evento scatenante».

Con questo ci dobbiamo confrontare anche per la sicurezza sui luoghi di lavoro. E si evince anche dall’inchiesta che sicurezza e sfruttamento sembrano essere due costanti insopprimibili. La Commissione parlamentare di inchiesta ha provato a spezzare questo dualismo. Le analisi e le proposte della relazione finale sono il punto di partenza per lasciarci alle spalle il mondo di ieri e per vincere le sfide di domani.

I settori

Forse. Perché costruzioni e agricoltura forniscono il contributo maggiore al bollettino dei decessi lavorativi e in questi settori, che storicamente pagano un tributo salatissimo in termini di tragedie sul lavoro, si continua a morire ancora nello stesso modo. Secondo studi recenti, elaborati dall’Inail, su una platea di eventi pluriennali, quasi la metà dei decessi tra i lavoratori agricoli avviene per il ribaltamento del trattore; mentre circa il 60% dei morti in edilizia avviene per caduta dall’alto. Ma c’è ancora un altro settore che sta pagando un prezzo altissimo in vite umane: nei primi due mesi dell’anno i Trasporti hanno subito un incremento di infortuni del 250% mentre i casi mortali si sono più che sestuplicati.

Non va bene così

«È noto come quello dei Trasporti sia un settore vitale per il supporto che fornisce praticamente a tutte le altre attività produttive, ma c’è anche da rilevare come in questi ultimi tempi si sia notevolmente rafforzato nel campo della consegna a domicilio per i sempre più frequenti acquisti online o di cibi preparati, utilizzando spesso lavoratori giovani, precari ed inesperti» scrivono Roberto Valentini e Giuliano Franchi, rispettivamente presidente e vicepresidente Anmil Brescia.

Ancora: «In questi ultimi mesi di allentamento della morsa pandemica, stiamo assistendo ad una situazione assolutamente inaccettabile. Non è normale, infatti, che ai primi segnali di una pur debole ripresa economica corrisponda sempre un parallelo aumento degli infortuni sul lavoro. L’Associazione continuerà la sua incessante azione per migliorare la prevenzione grazie ai propri strumenti, come ad esempio la "Scuola della Testimonianza Anmil" attraverso la quale infortunati raccontano la propria esperienza nelle aziende, oltre al dialogo ultraventennale con le scuole dove ci sono le classi lavoratrici del domani».

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