Primo Maggio, il lavoro a Brescia secondo i sindacati

La video intervista ai tre segretari provinciali Mario Bailo (Uil), Francesco Bertoli (Cgil) e Alberto Pluda (Cisl) per la festa del lavoro)
Primo Maggio, le risposte dei sindacalisti bresciani
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Il primo maggio di ogni anno, in Italia e quasi tutto il mondo, ricorre la Festa dei lavoratori. La giornata è legata alle manifestazioni che si tennero a Chicago nel maggio del 1886 e che ispirarono la Seconda Internazionale, l’organizzazione europea dei partiti socialisti e prima promotrice della ricorrenza.

Il lavoro è uno dei temi fondamentali della nostra Costituzione, presente già nei primi dodici articoli del testo. Oltre all’articolo 1 che specifica fin dall’inizio che «l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro», si parla di lavoro nell’articolo 4: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società». Tenendo a mente quanto recita la Costituzione, per il primo maggio di quest’anno abbiamo quindi deciso di porre alcune domande sui grandi temi attuali del lavoro e su Brescia ai segretari provinciali dei tre sindacati.

Nella video-intervista a cura di Laura Fasani ed Erminio Bissolotti, con il montaggio di Fabio Gafforini, Mario Bailo (Uil Brescia), Francesco Bertoli (Cgil Brescia) e Alberto Pluda (Cisl Brescia) parlano di salari, dell’impatto dei rincari sui consumi, dei Neet e del mismatch tra domanda e offerta di competenze, e della grande piaga degli infortuni lavorativi che a inizio 2022 a Brescia sono raddoppiati rispetto a un anno fa.

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