Incidenti mortali in montagna: sono raddoppiati in un anno

Nel 2023 già 14 decessi, nel 2022 erano stati 6. In estate il soccorso alpino impegnato ogni giorno
Un intervento in notturna del Soccorso alpino
Un intervento in notturna del Soccorso alpino
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Lo si afferma ormai da tempo: i frequentatori della montagna, sia in estate sia in inverno, sono nettamente aumentati. Succede da oltre un decennio e la pandemia non ha fatto che pompare questo trend.

Sono cresciuti sia gli appassionati «preparati» - ovvero allenati, conoscitori dell’ambiente e delle sue ostilità ed equipaggiati - sia i frequentatori «della domenica», con la voglia di passare qualche ora all’aria aperta, ma non troppo esperti di uscite tra i monti (sino ad arrivare al paradosso di chi si avventura in ghiacciaio o sulle creste in ciabatte).

Icasi

Di conseguenza, ma è scontato, sono saliti anche gli incidenti (più gente frequenta le vette, più è facile incorrere in qualche problema, più o meno grave). Se il 2023, come numeri di interventi del soccorso alpino bresciano, è a oggi abbastanza simile allo scorso anno, in netta crescita, anzi, è il caso di parlare di un raddoppio, sono gli incidenti mortali, passati dai 6 del 2022 agli attuali 14. Un dato che spaventa, spalmato sui primi nove mesi di quest’anno e acuitosi in agosto: nei primi venti giorni di questo mese sono decedute ben cinque persone per cadute in montagna.

Si tratta di due uomini scomparsi lo stesso giorno, l’8 agosto, al passo Miller sui monti di Sonico (Luigino Gusmeroli, 76 anni, della Valtellina) e a Cima Moren, sopra Borno (Carlo Capurso, 79 anni, di Cremona). Quindi il 14 agosto, in alta Val Brembana, nella Bergamasca, è deceduto il giovane medico di Lumezzane Emilio Gentile (26 anni) e infine, a cavallo di Ferragosto, sono mancati Luciano Saleri di Mazzano, che ha perso il controllo della sua moto sui monti di Bagolino (73 anni), e Marino Ruggeri di Lumezzane, originario di Paspardo, dov’era in vacanza con la famiglia, mentre raccoglieva funghi (89 anni).

L’aiuto

Il Soccorso alpino in quota
Il Soccorso alpino in quota

Allontanandosi con lo sguardo dalle tragedie e dal dolore delle famiglie per delle perdite così tremende, i tecnici del soccorso alpino della Quinta delegazione bresciana, guidati da Pino Mazzucchelli, sono intervenuti da inizio anno a ieri per ben 176 volte (77 dal primo giugno e 32 volte nell’ultimo mese, dal 15 luglio al 15 agosto). I numeri dello scorso anno si discostano di poco: nell’arco dei dodici mesi gli interventi totali del Cnsas bresciano sono stati 229, di cui 35 dal 15 luglio al 15 agosto (nell’ultimo mese, come si può osservare, le uscite di soccorso sono state poche meno che nel 2022).

Sempre considerando il mese clou dell’estate, ovvero 15 luglio-15 agosto, gli interventi erano calati nel 2021, arrivando a quota 26, ma erano stati qualcuno in più nel 2020, ovvero 41. Secondo gli esperti si tratta di un «normale» saliscendi, che non si discosta in modo così significativo da un anno all’altro per soccorrere persone in difficoltà.

Formazione

Di certo, l’impegno dei soccorritori è sempre molto alto, così come spesso sono complessi gli interventi, effettuati in ambienti impervi e, anche, in notturna. Per questo, per tutto l’anno i tecnici del soccorso alpino sono spesso impegnati in attività formative, teoriche e pratiche, e in una costante attività di allenamento e aggiornamento. Per chi frequenta la montagna, fondamentale unire la passione alla massima attenzione.

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