Il Natale degli ultimi, di chi non ha casa e sogna una vita nuova

A Brescia, nel 2022, 478 richieste di accoglienza notturna all'Help center per i senzatetto. I posti letto disponibili tutto l'anno sono 310
Natale tra i senzatetto: reportage di Salvatore Montillo, immagini di Fabio Forgiano
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Teodoro ha 55 anni e dal 2008 vive per strada. Ogni mattina va a lavorare in cantiere, fa il muratore. Indossa vestiti puliti, fa il bucato nelle lavanderie a gettone sparse per la città, un amico lo ospita a casa sua per la doccia. Quando viene sera, torna a dormire nel suo giaciglio, fatto di cartoni e coperte, all’aperto.

Come lui, a Brescia ce ne sono tanti. Fare un censimento delle persone che vivono per strada non è semplice. Secondo la cabina di regia «Accoglienza 365», che è coordinata dai Servizi sociali del Comune e dal 2017 riunisce le numerose associazioni impegnate a fianco dei senzatetto, il fenomeno della povertà è in crescita. Anche in una città ricca come Brescia.

Nel 2022, l'Help Center di viale della Stazione ha ricevuto 478 richieste di accoglienza notturna, mentre sono 510 le persone che hanno bussato alla porta della sede per un aiuto. La maggior parte ha fra i 40 e i 50 anni e risiede nel Bresciano, le donne e gli stranieri sono una minoranza.

I posti letto

Un'ospite nella sua camera da letto - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un'ospite nella sua camera da letto - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Si stima che in città siano circa una cinquantina le persone che dormono in strada, senza un tetto sulla testa. Ma il fenomeno della povertà in generale, assicura chi segue da vicino questo problema, è in crescita. Per farsi un'idea della diffusione, può essere utile analizzare i dati delle strutture d’accoglienza.

Alberello all'ingresso, presepe, decorazioni nella sala mensa. Il Natale è arrivato anche qui, nei diversi punti di approdo di chi non ha una casa e qui trova calore e compagnia. Il 25 dicembre, alle Case San Vincenzo in via Trivellini si festeggia con gli ospiti, gli operatori, i volontari e i City Angels, mentre a San Silvestro ci sono gli scout. Si respira un'atmosfera gioiosa, ma pensare agli altri 364 giorni dell'anno è inevitabile.

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Nell'ultimo anno, il centro diurno L'Angolo di via Morosini ha registrato oltre 11mila accessi. Da maggio a dicembre del 2022, la Duomo room di Contrada Sant'Urbano ha dato ospitalità a 231 persone, di cui 81 italiani, 56 dei quali residenti a Brescia, che sono rimasti a dormire in media 45 giorni. Appartengono a tutte le fasce d'età: 90 tra uomini e donne tra i 19 e i 40 anni, 120 tra i 41 e i 60 anni, 21 invece tra i 61 anni e i 78. Quello di Contrada Sant'Urbano è un servizio offerto dal Dormitorio San Vincenzo «a bassissima soglia», cioè senza regole specifiche se non l'ingresso e l'uscita: alle 18 si accede alla Duomo Room, che ha 20 letti disponibili, e si esce alle 8. Gli utenti possono far entrare anche i loro animali.

Allargando lo sguardo, i posti letto disponibili a Brescia per tutto l’anno sono in totale 310, divisi per tipologia di servizio. Oltre ai 20 posti letto maschili nella Duomo Room, ce ne sono 110 (solo 8 femminili) a bassa soglia: 365 aperture dalle 19 alle 8, portineria, posti letti, cena, prima colazione, docce, deposito bagagli, servizi educativi. Per le persone che, dalla bassa soglia, si sentono di avviare un percorso di emancipazione dalla marginalità (e anche per i casi di gravità sanitaria) sono disponibili altri 180 posti, la cui gestione costa all’Amministrazione due milioni di euro all’anno. Nel dettaglio, sono 20 posti femminili, 70 maschili e 90 gestibili secondo le necessità.

Gli alloggi

In città ci sono alcune strutture d’accoglienza storiche, come il dormitorio Chizzolini in via Duca degli Abruzzi, la già citata Duomo Room in contrada Sant’Urbano, il rifugio Caritas (che da fine settembre, dopo vari traslochi, si trova in via Ardigò, nella Casa di accoglienza delle suore missionarie della Nigrizia), la Casa Ozanam in via Gabriele Rosa. Nel 2021 è stata aperta anche la casa di via Trivellini, voluta dall’Associazione Vincenzo De’ Paoli in collaborazione con la Società San Vincenzo.

Un volontario prepara la cena alla San Vincenzo - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un volontario prepara la cena alla San Vincenzo - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Il Comune di Brescia ha in corso dei contatti con l’Aler per aumentare la disponibilità. «Sarebbe importante poter garantire nuovi spazi», sottolinea l’assessore alle Politiche sociali, Marco Fenaroli. La prossima primavera cominceranno i lavori per raddoppiare L’Angolo di via Morosini, gestito dalla cooperativa La Rete, grazie all’investimento del Comune che ha ottenuto un contributo di 700mila euro dal Pnrr. Sarà ampliata la parte dedicata alla bassa soglia, con più spazi per docce, lavatrici, bagagli e socialità. Anche il centro diurno verrà allargato, potendo così ospitare attività di laboratorio.

Ai margini

Hanno storie diverse e tutti, a un certo punto della loro vita, sono diventati «invisibili». Dormono negli angoli bui del centro commerciale Freccia Rossa, intorno alla stazione ferroviaria, sotto ai portici di Brescia Due. Altri invece accettano un aiuto e passano almeno la notte al caldo, in uno dei dormitori della città. Le cause che portano una persona a vivere per strada sono diverse: la perdita del lavoro, una malattia, un divorzio, la mancanza di supporto familiare, un trauma psichico. Ci sono poi la tossicodipendenza e l'alcolismo, spesso correlati all'isolamento e alla solitudine.

Negli spazi comuni si condividono le attività, come la lettura - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Negli spazi comuni si condividono le attività, come la lettura - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Incontriamo Teodoro nel parcheggio del Freccia Rossa. Tutti i suoi averi li porta nello zaino che ha sulle spalle. L’intimo, alcuni pantaloni e magliette di ricambio e le coperte per la notte. «Ogni mattina - dice - mi alzo alle cinque per andare a lavorare nei cantieri. Purtroppo - aggiunge - mi assumono per sei mesi e poi non mi rinnovano il contratto. Questo mi impedisce di trovare una casa in affitto». Nei dormitori non accetta di andare «perché - spiega - sabato e domenica, quando non lavoro, la mattina voglio dormire». Gli vanno strette le regole e preferisce questa vita.

Poco distante da lui dorme una coppia: lei bresciana e lui veneto, sono disoccupati. Dal loro giaciglio a due piazze, ci rivolgono un cenno di saluto ma preferiscono non raccontarsi. Chi accetta di parlare con noi, nel nostro vagabondare notturno, lo fa probabilmente perché siamo accompagnati da due squadre dei City Angels, volontari in giubba rossa, simbolo dell’emergenza, e cappello blu, che rappresenta la loro missione umanitaria: portare un po’ di calore a chi deve fronteggiare il freddo della notte.

In dormitorio

Con il caposquadra Diego, detto «Dream», andiamo alla Casa San Vincenzo di via Carducci, dove incontriamo Alberto, 64 anni, ex venditore di auto. Diversamente da Teodoro, lui si è rivolto ai Servizi sociali del Comune e ha accettato un progetto costruito sulla sua persona, che lo aiuti a rimettersi in carreggiata. «Ho perso il lavoro quando si è ammalata mia moglie - afferma - perché non riusciva più a camminare e dovevo starle accanto. Da quel giorno di dieci anni fa è cominciato il declino». Nel frattempo, la moglie è morta e «quando resti solo - dice - ricominciare è difficile».

L'ingresso della struttura di via Carducci e lo sportello d'accoglienza - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso della struttura di via Carducci e lo sportello d'accoglienza - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Nella sala comune conosciamo anche Anna, che 14 anni fa ha perso il marito e il figlio in un incidente stradale e si è ritrovata molti debiti da pagare. Ha perso la casa e, quindici giorni fa, anche il lavoro. Poi c'è Barbara, che ha 50 anni e da poco meno di tre ha risolto la sua dipendenza dalla droga. «Ho perso il lavoro quando ero una tossicodipendente e non sono più riuscita a trovarne un altro».

Alla San Vincenzo vengono spesso anche due uomini, che preferiscono non dire i loro nomi. Uno è un ex campione di boxe di origini palestinesi che dal 2020, dopo cinque anni in carcere a Canton Mombello per lesioni aggravate, tenta di rifarsi una vita. L’altro ha un piccolo amico in tasca: è un topolino che lo accompagna da due anni. «Me lo hanno regalato in un negozio di animali esotici, quando era grande poco più di un pollice. Sta sempre con me, mi prendo cura di lui».

Le associazioni sul campo

Per contrastare la povertà e aiutare che vive questo disagio, in Loggia la cabina di regia «Accoglienza 365» raggruppa le associazioni che collaborano con i Servizi sociali: Il Calabrone, Bessimo, La Rete, Scalabrini Bonomelli, le associazioni Amici del Calabrone, Dormitorio San Vincenzo, Fondazione opera San Martino (la Caritas), Centro migranti, Emergency, Asilo notturno Pampuri (Fatebenefratelli). Per strada, di notte, operano anche i City Angels. Un’alleanza che definisce progetti e programmi, dialoga sui punti di forza e sulle carenze dei servizi, individua le nuove emergenze da affrontare. 

Tutte le associazioni dispongono di un database con le identità e le caratteristiche delle persone ospitate, così da aggiornare (nel rispetto della privacy) il profilo di ognuno, la sua storia e il suo percorso per l’auspicabile autonomia.

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