Il 7 giugno inizia il mandato Castelletti: 5 giorni clou per «disegnare» la Giunta

Il Consiglio comunale d’insediamento è convocato per le 9.30: il weekend apre anche lo snodo deleghe
La sindaca Laura Castelletti - © www.giornaledibrescia.it
La sindaca Laura Castelletti - © www.giornaledibrescia.it
AA

Intanto c’è una data chiave, quella dell’inizio «operativo» del mandato di Laura Castelletti: alle 9.30 di mercoledì 7 giugno l’aula di Palazzo Loggia vedrà andare in scena l’insediamento del Consiglio comunale.

Le prime convocazioni ai consiglieri sono state recapitate nella giornata di ieri, seguendo la classica tradizione della consegna a mano da parte dei messi comunali (sì, il protocollo del regolamento prevede ancora il cerimoniale di persona: si deve poi procedere ad ogni inizio legislatura con la deroga per poter ricevere le successive comunicazioni tramite indirizzo e-mail).

Una data, quella del 7, che diventa a questo punto davvero un conto alla rovescia. Soprattutto per sedare le turbolenze e arrivare in fondo a una trattativa necessaria per disegnare la futura squadra di Giunta.

Cosa succede nei prossimi giorni

Castelletti ha anticipato di due giorni e mezzo l’insediamento (che, stando al timing normativo, poteva avvenire fino a venerdì 9). Il che significa che il suo orientamento è stringere i tempi o, meglio, non sciorinare più a lungo del necessario il rito delle consultazioni, evitando così che si possano tramutare in un tira e molla in stile soap opera. Ma c’è anche chi in quest’accelerata rilegge (a torto o a ragione) una sorta di risposta sottile e indiretta al Pd che, proprio giovedì sera, ha reiterato la richiesta di essere rappresentato con sei incarichi: 5 assessorati e la presidenza del Consiglio, respingendo la proposta di accontentarsi di 4 posti in Giunta (più la guida dell’Aula).

Messaggio trasversale o no, resta il fatto che Castelletti sarebbe intenzionata a ufficializzare la squadra prima del ponte del 2 giugno: la data prediletta è mercoledì 31 maggio, in extremis il giorno successivo. Il che significa che si aprono 5 giorni decisivi tanto per gli equilibri politici (le «quote» di partito e di lista) quanto per la geografia delle deleghe. Considerando poi che il sindaco non sarà a Brescia tra domenica sera e lunedì, è verosimile che sfrutti il weekend per instradare i colloqui più tormentati sulla via dell’epilogo. Come nel caso del dialogo con i dem: la prima cittadina sembra non voler cedere su tutta la linea, ma neppure vorrebbe lo strappo con l’azionista di maggioranza.

Lo scenario

Da quale scenario si parte? Marco Fenaroli (Al lavoro con Bs) sarà in squadra e quasi certamente terrà le redini dei Servizi sociali. Certo pare essere anche Alessandro Cantoni (che potrebbe cambiare deleghe, si vocifera il commercio ma resta ad ora solo nell’alveo dei rumors). Un posto andrà alla lista composta da Azione, Italia Viva (che verrà probabilmente valorizzata attraverso le società controllate e partecipate) e +Europa: a sedere in Giunta non sarà né Francesco Tomasini né Luca Pomarici, che avranno invece una delega; il partito di Calenda proporrà al sindaco due nomi: uno maschile e uno femminile, come richiesto da Castelletti.

Restano a questo punto sei posti (il decimo è quello del sindaco stesso) e qui la ripartizione dipende da come andranno a finire le interlocuzioni che si consumeranno nelle prossime ore. L’inquilina di Palazzo Loggia vorrebbe tenere per sé due posti: uno per un uomo (una figura che il sindaco vorrebbe fortemente in squadra), il secondo per una donna: una delle due deleghe tecniche punta all’Urbanistica, mentre il secondo incarico resta per ora al buio. Questo schema funziona però solo se il Pd si accontenta di 4 assessorati più la presidenza del Consiglio. Diversamente, uno dei due posti «in quota Castelletti» rischierebbe di saltare.

Per quanto riguarda il Pd, i nomi che in Loggia si danno per certi, oltre al vicesindaco Federico Manzoni, sono quelli del recordman di preferenze Valter Muchetti, Anna Frattini e Camilla Bianchi. Qui le opzioni si dividono: se la spunteranno i dem, il quinto nome potrebbe essere Roberto Cammarata, per poi affidare a Roberto Rossini la presidenza del Consiglio.

Brescia Attiva

In questo abaco resterebbe fuori dalla Giunta la lista più innovativa di questa campagna elettorale: Brescia Attiva (a cui comunque Castelletti riserverebbe una delega, come pure a un esponente della sua lista civica, in rappresentanza delle seconde generazioni). Un affresco dal futuro che ai diretti interessati non piace: non solo perché Giovanni Mori è, tra i non eletti, il più preferenziato con 661 voti personali. Ma anche perché quella degli attivisti del clima è stata una scommessa: unire alla protesta di piazza, il lavoro dentro le istituzioni. Lo sanno loro e lo sanno i loro sostenitori, ai quali (non a caso) chiedono un sostegno per fare moral suasion: «Vi sarete accorti - scrivono - che qualcosa non va. Bs Attiva ha due tra le 7 persone più votate e siamo gli unici a parlare in modo serio della crisi climatica: nonostante ciò, la lista rischia di restare senza assessorato. Dobbiamo farci sentire!».

La strategia è come sempre comunicativa: video e grafica a prova di social per «fare pressione e far vedere che non molliamo di un millimetro. Vogliamo avere una chance». Per sapere se sarà così, comunque, non dovranno attendere molto: i giorni del verdetto sono i prossimi cinque.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato